Regia di Yee Chin-yen vedi scheda film
Se di incroci si può parlare, quelli tra i protagonisti adolescenti di questo piccolo film, più che d’amore, sono intrecci di proiezioni mentali, in un periodo delicatissimo come la giovinezza. Shihao, il bello della scuola, è affascinato dai modi spicci della timida Kerou, che però ha la testa da un’altra parte e un segreto da confessare. La migliore amica di Kerou, Yuezhen, ha una cotta per Shihao. Lo sguardo del regista funziona proprio come indagatore della banalità: ed è pudico, mesto, vicinissimo ai tormenti e agli slanci dei personaggi. I meccanismi sono sempre quelli (palpitazioni, confessioni, delusioni), eppure c’è una profondità inusuale. Il mondo e i sentimenti, in fondo, risultano, per questa età, campo di idealizzazione dell’altro (e magari anche di se stessi). È conoscenza, più che scoperta: e la consapevolezza, non sempre in tono solare, viene dunque dal colpo a vuoto, dal salto senza paracadute. Ci si fa male, ma poi passa: e si cresce. Un bel lavoro di volti, parole dette o trattenute, comportamenti lievi. Tocca il cuore con discrezione. Le sequenze di dubbio, confronto e ansia nella palestra sono dei gioielli di scrittura. Interpreti da applauso e che non si finisce mai di invidiare.
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