Regia di Daniele Luchetti vedi scheda film
Le parole del titolo non sono quelle di Daniele Luchetti, regista che ha licenziato film di tutto rispetto come Arriva la bufera, Il portaborse e La scuola. Quelle parole, in fase di soggetto e di sceneggiatura, le ha invece scritte Stefania Montorsi, compagna del regista e attrice di dubbie qualità, che col suo copione ci porta in un'isola della Grecia, dove zia Stefania (la stessa Montorsi) spera di trovare la quiete all'indomani della chiusura del rapporto con Andrea (Morelli) e dove sua nipote, la quindicenne Meggy (Merlino), spera di riuscire a perdere la verginità. La bislacca commedia degli equivoci prevede, guarda un po', che Meggy si vada ad innamorare, ignara, proprio di Andrea, anch'egli deciso a smaltire i ricordi della relazione nella medesima isola. Nel finale prevedibilissimo (Stefania e Andrea tornano insieme) c'è posto anche per un imbarazzante sipario in chiave musical.
Dopo il flop del film precedente (I piccoli maestri), Luchetti imbocca direttamente la strada del suicidio artistico. Ad un copione insipido si somma l'incapacità delle due protagoniste, la ricerca della battuta a tutti i costi e qualche furberia in fase di montaggio, con tanto di siparietti nei quali gruppi di vacanzieri di mezzo mondo presentano se stessi. Troppo, davvero troppo, per non lasciare di stucco lo spettatore più bendisposto, che in Dillo con parole mie non può cogliere neppure un vago spunto di riflessione sul confronto intergenerazionale.
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