Regia di Gianluca Sodaro vedi scheda film
Benvenuti nella mitica e leggendaria "Far Sicily"! Vi regna, incontrastato, Boe Tamburo, il più noto, violento e spietato pistolero che la Sicilia orientale abbia mai conosciuto. E’ sposato ad una splendida e giovane bellezza mediterranea, Donna Bella: femmina conturbante desiderata ed intoccabile. Ma un giorno lo sceriffo Frankie riesce finalmente ad arrestare Boe ed a condurlo alla "Marranzano Prison" dove la leggenda di Tamburo viene raccontata di cella in cella. In prigione Boe gode di massimo rispetto ed è trattato con timore reverenziale fino a quando, una notte, vivrà l’esperienza più feroce della sua vita (sogna la sua attraente moglie circondata da una sfilza di uomini vogliosi) ed al risveglio scopre che sul suo capo sono spuntate un bel paio di corna! La gelosia, in un lampo, prende il sopravvento come immediatamente da temuto e rispettato pistolero diventa lo zimbello di tutti: evaso, Boe può finalmente ritornare in paese e soddisfare la sua sete di vendetta! La storia, surreale, originale, cinematografica, "mitica" di Boe Tamburo arriva finalmente sul grande schermo grazie al coraggio produttivo di Donatella Palermo ( il suo nome dietro il successo di "Tano da morire") ed all’amore per il cinema di Gianluca Sodaro che con "Cuore scatenato" dimostra come si possa debuttare anche nel cinema italiano con opere non allineate ed appassionate. Pur non esente da sbavature stilistiche e narrative (personaggi troppo "caricati", eccessiva voglia di stupire, ritmi esageratamente lenti se non quando bruscamente alternati a spaesati ed appiccicati tempi da clip musicali e pubblicitari, scarsa dimestichezza nel riuscire ad equilibrare i diversi toni del film) "Cuore scatenato" è l’eccellente biglietto da visita di un regista siciliano trentenne capace di raccontare della sua terra, del suo humus più radicato e profondo evitando abilmente qualsiasi stereotipo o facile/volgare macchiettismo. La fotografia (obbligatoriamente calda ed astratta allo stesso tempo) di Massimiliano Trevis, le scenografie di Alessandra Mura ed i costumi di Grazia Colombini (fondamentali per restituirci una "cartolina" siciliana così colorata e tipica nella sua più classica icona cinematografica da renderla però profondamente vera), le musiche (trascinanti! )degli Almamegretta e Calexico sono il "palco naturale" sul quale Gianluca Sodaro fa muovere i suoi personaggi... pupi siciliani, marionette coloratissime al servizio di un "Mangiafuoco" esigente e benevolo. Così Francesco Sframeli (Boe Tamaro), Reeno-Raiz degli Almamegretta (il diavolo Mike Locifero), Antonio Reina (Compare Rudy), Sebastiano Filocamo (Billy Cuccia), Nicola Rignanese (Steve Mancino), Luigi Burruano (il barista "confessore" Santo Cimino), Gigio Alberti (lo sceriffo), Barbara Rizzo (Donna Bella) e Rosa Pianeta (Rosa) diventano le meravigliose e perfette facce di un cinema carnale, sanguigno e capace di parlare delle più terrene e naturali emozioni umane senza l’alterigia o spocchia di diverso cinema pedante, noioso ed intelletualistico (ma per fortuna questi titoli iniziano a scarseggiare!) della nostra produzione italiana.
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