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The Ring

Regia di Hideo Nakata vedi scheda film

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La recensione su The Ring

di Baliverna
8 stelle

nteressante horror nipponico, che ha avuto un meritato successo e delle copie – caso raro – riuscite. Il tono è quasi mesto e contenuto, come pure l'angoscia e la paura sono sottili e rarefatte. Devo dire che il regista è abile nell'ottenerle perché non fa uso di effettacci o musiche ridondanti, ma di silenzi, fruscii, ombre, espressioni degli attori. Questi sono secondo me tutti pregi in un'epoca di film fracassoni, rutilanti, nervosi. Il video contenuto nella videocassetta è inquietante e sinistro, benché sia difficile spiegare come queste sensazioni vengano prodotte, perché in effetti non si vede niente che sia di per sé spaventoso. Probabilmente la paura viene ottenuta tramite il mistero che avvolge le immagini (a chi e a cosa si riferiscono? Cosa significano?), al loro accostamento e ai rumori di sottofondo. Secondo me la paura suscitata dalla sequenza della videocassetta è il risultato più alto del film. Si ravvisa però la presenza di più temi: i crimini nascosti che inesorabilmente “tornano a galla”; l'accostamento frequente tra strani poteri extrasensoriali, pazzia e malvagità; il potere negativo, a volte subliminale, che le immagini sul video possono avere sulle persone. E' un film che fa paura quasi senza l'ausilio di effetti speciali e mostrando quasi niente. La sequenza finale con la ragazza che esce dal pozzo è tra le più spaventose che ho visto al cinema.
 

Cosa cambierei

Una cosa non mi è proprio piaciuta, che trovo sbagliata come concetto e per di più non coerente col resto del film. La protagonista che abbraccia teneramente lo scheletro della ragazza, della ragazza che ha lanciato la maledizione e il cui odio si protrae oltre i confini spaziotemporali uccidendo più persone possibili, ebbene, lo trovo proprio fuori luogo. Quel piccolo demonio, che quand'era in vita uccideva fulminando con lo sguardo e ha poi fatto fuori una serie di adolescenti, non mi suscita alcuna tenerezza o compassione. Il vezzeggiare e coccolare il malvagio – azione che si trova ogni tanto nella vita e nel cinema – perché anche lui, poverino, in fondo in fondo, ecc. ecc. mi riesce proprio ripugnante. Lo stesso gesto estremo del padre è certamente discutibile, ma non deprecabile senza dubbi o riserve.

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