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La resurrezione di Broncho Billy

Regia di James R. Rokos vedi scheda film

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John_Nada1975

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La recensione su La resurrezione di Broncho Billy

di John_Nada1975
6 stelle

Il cortometraggio che praticamente mi venga a mente tutti, anche in tempi poi internettiani, per decenni hanno attribuito a John Carpenter regista(in realtà solo autore del montaggio riconoscibile come suo fin dalle prime inquadrature, e delle già belle musiche) che era in realtà James R  Rokos (successivamente produttore di poche cose), e quindi premiato con l'Oscar, quando invece come si vede dal filmato della premiazione nel 1971 con presentatori Sally Kellerman e Jim Brown, andò al produttore unico sul palco. 

Questa enorme svista la trovate praticamente in tutti i testi italioti che per almeno quarant'anni hanno parlato di John Carpenter, e nelle sue relative filmografie, come chissà poi quale rivelazione e scoperta sugli inizi di carriera dello stesso. Impossibile citare i nomi di tutti i soloni compressi nel loro ruolo di autorevoli tromboni, che hanno scritto monografie carpenteriane con questo errore, poiché sono troppi ma anche gente miseramente vendicativa, magari non riuscendo però per fare questo, a scollarsi il culo dalle loro poltrone.

Solo praticamente da un anno comunque corretto, laddove poteva esserlo quindi solo nelle pagine elettroniche, dopo che suddetto cortometraggio è stato restaurato in 4K è stato restaurato da Niles Essanay Silent Film Museum di Fremont California, e rilasciato su YT, è dopo che maggiore visibilità hanno destinato ai manifesti cartacei dello stesso stampati per i cinema, nel 1970. Si perché il corto dopo avere vinto l'Academy Award come detto per la sua categoria, venne acquistato dalla Universal come accompagnamento di suoi famosi film in distribuzione. 

Presente in veste di montatore è anche Nick Castle, già compagno di studi di Carpenter come si saprà alla USC, che venne messo dentro proprio dal corso di studi, in cui vennero trovati tutti questi giovani di belle speranze, dal produttore. 

Curioso come anche grazie all'iconograficamente perfetto come sorta di "Broncho Billy" nel traffico moderno di una città seppiato, (Johnny Crawford il famoso cantante), si riecheggiano tra malinconiche ballate country, e nel finale a colori per praterie e bella ragazza bionda Kristin Harmon(invece annoiata come disegnatrice in un parco e sua controparte nella realtà contemporanea, dai suoi monoracconti di cose del west), tirata su in sella dal cowboy, certe cose di "Benson Arizona" di Bill Taylor, del finale memorabile di "Dark Star".

Bella la parte delle memorie sotto forma di racconto orale del vecchio pistolero sulla sedia al giovane amico aspirante cowboy moderno Broncho,  e della genealogia di tutti i più famosi nomi delle leggende di pistoleri del West, e di chi li ha uccisi e in che data, fino ad arrivare ad egli stesso, il narratore Wild Bill Tucker, unico sopravvissuto e nato nel 1902 alla fine dell'epopea del West, che morirà di vecchiaia. 

Doppiato con la voce di Ricky Nelson.

Piccola parte come commesso di negozio di Ray Montgomery, altro caratterista del Western, e ultima cosa di Ruth Massey, come voce narrante.

 

John Nada

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