Regia di Maria Sole Tognazzi vedi scheda film
Cinque amici e due attimi della loro vita vissuti in una villa di campagna. C’è l’indecisa Claudia, che ha lasciato Gianmaria per Alberto, ma non è felice e non sa bene nemmeno lei ciò che vuole. C’è lo scaltro Andrea, reduce da un “rimorchio” coi fiocchi, col suo amico Edoardo, che non scopa da una vita come Carola, che ha affidato a un inseparabile cagnolino le sue tristi gioie e i suoi antichi dolori. Eccoli là, nella fatiscente dimora che Claudia ha già venduto, luogo reale e metaforico di metamorfosi e trasformazione, piattaforma di lancio per un futuro forse più maturo ma sicuramente meno carico di sogni. Un altro esordio di primavera in quest’ennesima primavera di Nuovo Cinema Italiano (sarà la volta buona?), sotto l’egida di un cognome ingombrante per lo stesso, circondato da padri mostri sacri e fratelli meno carismatici ma pur sempre protagonisti dello spettacolo. Maria Sole Tognazzi, dunque, dopo svariati film in veste di assistente o di aiuto, dopo spot e videoclip (l’ultimo è L’eccezione, per Carmen Consoli), dopo corti e backstage, nel suo primo lungometraggio non poteva - probabilmente - non fotografare ciò che l’autrice meglio conosce nella vita vera, quella con le parti noiose. Non a caso diversi personaggi di Passato prossimo interpretano attori. E non a caso la parte migliore dell’opera - una commedia venata di timida, poco audace “malincomicità” - sono loro, Cortellesi, Cervi, Santamaria, Oliva, Favino, Barela, Gioé, Figus, Gianmarco Tognazzi: generazione bis.
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