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Piovono mucche

Regia di Luca Vendruscolo vedi scheda film

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La recensione su Piovono mucche

di cheftony
8 stelle

“Vabbè, nell’eventualità che uno volesse chiedere un trasferimento?”
“Eh, il primo giorno vai a ‘sta comunità, come si chiama, Ismae... Là, vai il primo giorno, poi ti dicono tutto.”
“Però, vede: «area assistenziale». Eh no! Io avevo chiesto area culturale.”
“Fijo mio, se vede che se saranno sbajati. S’accomodi. Prego!”

 

 

Roma, 1995: Matteo (Alessandro Tiberi) fa obiezione di coscienza al servizio militare preferendogli il servizio civile, ma viene precettato e destinato alla Comunità Ismaele, che ospita e assiste persone disabili. In mezzo ad una marea di trasferimenti, Matteo riceve invece l’indesiderato assegnamento, che lo vede affiancato agli obiettori già presenti, Mercalli (Mattia Torre) e Moretti (Luca Amorosino). Si unisce ad essi un altro obiettore, Corrado (Massimo De Lorenzo), studente di filosofia e grande idealista, tant'è che si propone volontariamente alla comunità.
Il personale all’interno della Comunità Ismaele è insufficiente e poco preparato a fronteggiare la delicatezza della situazione: Pallino (Andrea Sartoretti) latita fino a sparire per intere settimane, Emilio (Carlo Luca De Ruggiero) è inadeguato e i dirigenti della comunità dimostrano pochi scrupoli e misera dedizione.
Matteo, entrato con l’idea di andarsene appena possibile, si ritrova fin dal primo giorno ad assistere Renato (Marcello Sanna), ex-criminale rimasto tetraplegico in un incidente stradale ma tuttora tosto e prevaricatore. È solo l’inizio di un’esperienza in cui gli obiettori lotteranno per ciò in cui credono, verranno sfruttati, commetteranno leggerezze e cazzate, usciranno arricchiti e più consapevoli...

 

“Credo che l’idea base di «Piovono mucche» sia stata quella di raccontare i personaggi disabili come persone non determinate dal loro handicap. Di solito l’handicap costituisce la caratteristica essenziale del personaggio: il suo problema è l’handicap. Credo che i miei personaggi abbiano tanti altri problemi e caratteristiche e poi siano anche disabili. Ma per raccontarli così bisognava superare le barriere di pudore che ci sono intorno alla disabilità. Non ce l’avrei mai fatta se non avessi vissuto per un anno con quelli che sono poi stati i miei attori, imparando da loro stessi a rapportarmi con leggerezza all’handicap.” [Luca Vendruscolo]

 

 

Premio Solinas 1996 alla sceneggiatura, “Piovono mucche” viene realizzato qualche anno dopo, nel 2002, e rappresenta l’esordio registico dell’udinese Luca Vendruscolo, poi noto con Mattia Torre e Giacomo Ciarrapico per aver ideato, scritto e diretto quella gemma televisiva che è “Boris”.
L’intero lavoro nasce dalla sua esperienza come obiettore di coscienza presso la Comunità Capodarco, condivisa con alcune persone da lui richiamate per dare corpo collettivamente alla sceneggiatura: fra gli altri, hanno collaborato l’attore Massimo De Lorenzo e Marco Damilano, giornalista e attuale direttore de “L’Espresso”. Caratterizzato da un montaggio frenetico e da una narrazione quasi episodica, “Piovono mucche” è una commedia assai garbata, in cui non è che si rida poi chissà quanto: la connotazione del contesto è sincera - anche se non mancano le caratterizzazioni iperboliche dei gestori della comunità - e l’occhio del regista è rispettoso, umano, paritario. Come riportato dallo stesso Vendruscolo, l’handicap non gioca un ruolo chiave nei suoi personaggi: sono in primo luogo persone, con le loro particolarità e le loro spigolosità, e solo collateralmente sono disabili. C’è il criminale incallito, c’è la ragazza brusca e seduttrice, c’è l’ex-camionista sovrappeso affetto da sclerosi: l’interazione con ognuno di essi ha qualcosa da insegnare ai giovani obiettori, che per la prima volta si ritrovano ad approcciare un contesto di questo tipo e a scoprire che la natura dei rapporti che si instaurano con i disabili è diversa da quanto credessero.
Vendruscolo esplora ed espone anche la sessualità dei disabili, oltre a mille altre esigenze e pulsioni quotidiane che ne esibiscono l’umanità, a discapito dell’evidenza della loro condizione.
Musicato da Giuliano Taviani, “Piovono mucche” gode di un cast a suo modo notevole: da un lato una componente professionista dal sapore molto proto-“Boris”  (Tiberi, Amorosino, De Lorenzo, Sartoretti, De Ruggiero), dall’altro veri disabili appartenenti alla Comunità Capodarco summenzionata. Fa eccezione Franco Ravera, attore che interpreta efficacemente il camionista invalido, personaggio a cui è riservato il quadretto di gran lunga più poetico dell’opera.
Lavoro significativo e pregevolissimo, che visivamente e strutturalmente sconta in parte genuinità e urgenza narrativa, ma che rappresenta un film prezioso, una sorta di modello sociologico per una trattazione meno stereotipata della disabilità rispetto a quanto siamo portati, più o meno (in)consciamente, a figurarci.

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