Regia di Roger Donaldson vedi scheda film
La realtà è un mondo infido, nel quale si rischia di essere trascinati via da miraggi straordinariamente verosimili che si trasformano rapidamente in gorghi mortali. Letteratura e cinema negli ultimi anni si sono sbizzarriti nella descrizione di questo universo instabile, patrocinato dal genio di Philip K. Dick, e La regola del sospetto si inserisce in tale corposa lista, privilegiando il punto di vista del thriller. Il protagonista è James Clayton, giovane mago del computer, piuttosto no global, che non ha mai superato il trauma della improvvisa scomparsa del padre, dirigente di una compagnia petrolifera. Un giorno lo avvicina il misterioso Walter Burke, facendogli intendere di conoscere molte cose sul genitore. L’esca raggiunge il suo scopo e il giovane si ritrova, senza neanche sapere come, reclutato in una scuola di addestramento della Cia. Su suo padre scopre ben poco, ma in compenso viene catapultato in un gioco di specchi paranoico e mortale, ulteriormente complicato dal fatto che il ragazzone s’innamora di una affascinante e ambigua compagna di corso. Donaldson conosce a meraviglia “la regola” del genere e del casting, e consegna allo spettatore un meccanismo oliato e godibile. Forse per i più scafati amanti del thriller, la scansione e i depistaggi del film risultano matematicamente prevedibili, ma i duetti tra il luciferino Al Pacino e un sempre più convincente Colin Farrell, sono veramente godibili.
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