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White House

Regia di Luciano Vidigal vedi scheda film

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La recensione su White House

di alan smithee
7 stelle

locandina

White House (2024): locandina

42TFF: CONCORSO

Un adolescente sovrappeso di nome Dé, orfano di madre e con un padre muratore che da anni vive con la sua nuova famiglia in un'altra favela di Rio, da tempo si prende cura dell'unica parente stretta rimastagli: l'anziana nonna, consunta dall'età e da una forma di Alzheimer grave che la sta portando via velocemente.

Conscio che l'anziana vivrà più per poco tempo, impossibilitato a farla seguire da una struttura per mancanza di soldi, il giovane decide di occuparsi interamente della nonna per assicurarle un fine vita dignitoso.

Assieme ai suoi due più cari amici, Dé percorre le strade tra salite e discese della favela sempre con appresso la carrozzina della nonna, che muta lo segue senza mai nulla da poter o voler obiettare.

Scoraggiato, ma arreso, predisposto a perdonare il padre del suo abbandono, ma troppo orgoglioso per confessarglie i propri problemi, Dé si avvierà a maturare e a crescere proprio a causa di questa piccola grande tragedia famigliare.

scena

White House (2024): scena

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White House (2024): scena

Al suo esordio nel lungometraggio, il regista brasiliano Luciano Vidigal dirige uno spaccato popolare incentrato su un ceto popolare deturpato di ogni diritto e costretto ad arrangiarsi per sopravvivere.

Nel film, vitale e schietto, risalta la capacità di filmare il vero pur raccontando una storia che non si riduce mai ad una narrazione documentaristica.

 

scena

White House (2024): scena

scena

White House (2024): scena

Ma anche l'abilità di rendere palpabili certi atteggiamenti di solidarietà tra deboli, nonché la possibilità di trattare aspetti sessuali ed erotici in modo schietto, senza mai edulcorare le situazioni con eccessivi ammiccamenti fuorvianti.

 

Attorno ai tre protagonisti, una città-monstre che fagocita senza scrupoli, devastata da abusivismo, corruzione, sciacallaggio e mte altre prevaricazioni che trovano il singolo oppresso da ogni tipo di sperequazione ed abuso.

Bei primi piani che scandiscono una vita quasi simbiotica tra una nonna in stato vegetativo, ma pur sempre piuttosto forigenica nel suo essere catatonico a causa della malattia, ed un nipote amoroso e pieno di attenzioni, finiscono per risultare insieme realistici e commoventi fino a divenire la più evidente forza di un film piuttosto riuscito.

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