Regia di Mario Bava vedi scheda film
Dopo aver esordito, con La maschera nel demonio (1960), nel genere a lui più caro, ovverosia l'horror, Bava si è ritrovato a dover lottare contro i produttori per potere dirigere qualcosa di dignitoso: e spesso invano, come dimostra l'accoppiata di pellicole che il regista è chiamato a girare subito dopo: il mitologico Ercole al centro della Terra e questo polpettone storico dal titolo banalissimo de Gli invasori. Ciò che maggiormente risalta di questo lavoro è il cast: fra gli interpreti troviamo infatti, oltre alle starlette televisive Ellen e Alice Kessler (i primi nomi citati, peraltro, nei titoli di testa), Andrea Checchi, Franco Giacobini (già visto in Ercole), Folco Lulli e l'accoppiata di nerboruti - elementi immancabili nel genere - formata da Cameron Mitchell (fresco reduce da un simile ruolo ne L'ultimo dei Vikinghi, Giacomo Gentilomo, 1961) e George Ardisson (idem, per di più già presente in Ercole). Le inverosimiglianze e le amenità involontarie sono all'ordine del giorno per questo tipo di prodottini a basso budget, che riscuotevano però un immediato successo al botteghino; un grande classico dell'imperdonabile leggerezza con cui si realizzavano tali lavori è quello del figlio interpretato da un attore più vecchio della madre: caso che qui si verifica puntualmente con la presenza di Mitchell, classe 1918, e di Françoise Cristophe, madre adottiva, ma comunque sia classe 1923. Fotografia come sempre, nei suoi film, dello stesso Bava, che scrive anche la sceneggiatura insieme a Oreste Biancoli e Piero Pierotti. Tanta buona volontà per un risultato piuttosto scontato e, per forza di cose, mediocre. 2,5/10.
Durante un combattimento sulle coste britanniche, il re vichingo Harald muore. Dei suoi due bambini, uno (Erik) riesce a tornare in patria, ma l'altro (Eron) rimane sul posto e viene adottato dalla regina Alice. Cresciuti, i due fratelli combatteranno l'uno contro l'altro, ignari delle rispettive identità.
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