Regia di Mario Bava vedi scheda film
Genere molto in voga nel nostro paese tra la fine degli anni 50' e la metà degli anni 60', il Peplum e lo storico-avventuroso non si sono mai segnalati per titoli particolarmente degni di nota. Non fa eccezione questo GLI INVASORI, nonostante dietro la macchina da presa si trovi uno dei migliori artigiani del nostro cinema (ameno per quanto concerne gli anni 60'). Sulla scia del successo dell'hollywoodiano I VICHINGHI di Richard Fleischer, Bava dirige questo pseudo-storico (molto pseudo e poco storico) con scarsissima convinzione, cui attinge dalla pellicola di Richard Fleischer lo scontro fra i due fratelli separati da bambini, inserendolo in un contesto quasi biblico (la generosa regina britanna che adotta il piccolo figlio del capo vichingo). Bava non ha sottomano due star del calibro di Kirk Douglas e Tony Curtis e si deve dunque accontentare del caratterista americano Cameron Mitchel, che grazie ai suoi lineamenti ruvidi e virili, saprà conquistarsi il suo spazio nel cinema di genere italiano. Ma non sono neanche tanto gli attori il problema. GLI INVASORI soffre di tutti quei cliché di questo genere, con una vicenda banalissima resa ancor più convenzionale dalle solite tormentate storie d'amore dei due protagonisti, seguite da insulsi e patetici dialoghi che oggigiorno risultano veramente datati e inascoltabili. Resta giusto il corretto mestiere del regista e il suo sempre prezioso tocco estetico. Troppo poco.
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