Regia di Coline Serreau vedi scheda film
Lei, Coline Serreau, è la regista di film di successo (sia al botteghino che di critica) come “Tre uomini e una culla”, “Romuald e Juliette” e “La crisi”: tutte commedie che sono sempre riuscite a gettare uno sguardo ironico, intelligente ed amaro sulle diverse realtà sociali che ci circondano. E ci riprova anche in questo suo nuovo lavoro “Chaos” che immediatamente si distingue per la costruzione “almodovariana” di una sceneggiatura libera di spaziare tra passato e presente di personaggi prima cinici, aridi e spenti ma dopo il passaggio del “ciclone Malia” più consapevoli delle proprie umane debolezze e con nuova voglia di ricominciare. Malika è infatti la giovane prostituta maghrebina che, picchiata selvaggiamente dai suoi protettori per strada, piomba nella vita di Paul ed Helene, una coppia borghese che si è barricata nella propria automobile assistendo al pestaggio della ragazza senza offrire alcun aiuto. Presa dal rimorso, Helene ritrova la ragazza, in coma, in ospedale e decide di “parlare con lei”… di prendersene cura abbandonando marito e figlio. Ma gli sfruttatori che hanno aggredito la ragazza non hanno intenzione di lasciarla stare e presto Helene si ritroverà coinvolta, insieme alla “rinata” Malika, in una storia di cui perde il controllo ma che di certo la riporterà e la riconsegnerà alla vita più forte e più libera. Ma questa è solamente “l’ossatura” di una sceneggiatura (autrice la stessa Serreau) generosa nell’offrire spazi, soluzioni alternative e passaggi necessari a personaggi singolarmente protagonisti di vicende di vita (alcune pur nella loro imbecillità e vacuità) comunque importanti. Così se all’inizio siamo testimoni della crisi di coppia di Paul (un arido ed odioso Vincent Lindon) ed Helene (una sottomessa ma testarda ed istintiva Catherine Frot), subito dopo precipitiamo nell’incubo della vita di Malika (il volto intenso e vero di Rachida Brakni) che raccontando la sua difficile infanzia sino ad arrivare al suo presente costruisce “un film nel film” di singolare fascino e novità narrativa. Per poi ritornare così alla parte finale di questo storia di “resurrezione” che vedrà trionfare le donne (in un anacronistico ma pur sempre sincero e veritiero “gioco dei sessi”) su una comunità maschile ancora incapace di riflettersi nuda davanti ad uno specchio. Commedia dall’andamento e struttura arditi ed innovativi (anche se non sempre tenute sotto controllo), “Chaos” ha infine l’immenso pregio di continuare a raccontare ( e si percepisce il sentimento sincero che anima il lavoro di Coline Serreau) la sbalorditiva capacità dell’Uomo di risorgere dai momenti più duri e difficili in una sorta di palingenesi che tutti inevitabilmente accomuna in un progetto collettivo di vita.
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