Regia di Claude Chabrol vedi scheda film
Riscrittura di Amleto, con l’ambientazione spostata in una famiglia di industriali (curiosamente anticipatrice di ciò che farà Kaurismäki in Amleto si mette in affari). Chabrol sceglie di giocare in casa, da un lato raccontando i soliti scheletri nascosti negli armadi dell’alta borghesia di provincia e dall’altro puntando sul metacinematografico: l’aspirante vendicatore si esalta guardando in sala la versione di Laurence Olivier, e la “trappola per topi” da lui escogitata per smascherare i colpevoli non è un’opera teatrale ma un filmino muto. Conclusione con (deludente) sorpresina. Contrariamente a quanto lascia pensare il titolo, il personaggio di Ofelia (che qui si chiama Lucie ed è figlia dell’amministratore) non ha un ruolo preponderante nella vicenda: solo che non impazzisce e sopravvive fino alla fine.
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