Regia di John Boorman vedi scheda film
Durante la seconda guerra mondiale, un americano e un giapponese si ritrovano in un’isoletta sperduta nel Pacifico. All’inizio il film gioca sul contrasto fra la loro abilità nel sopravvivere e la loro stupidità nel combattersi, inserendo anche episodi tragicomici; poi i due si decidono a collaborare per costruire una zattera di bambù e mettersi in mare. Ma, se l’isola di partenza è il mondo della natura, quella di arrivo è il mondo della storia: fra le fortificazioni diroccate, lascito di una guerra che sembrava così lontana, i due si riscoprono improvvisamente nemici. Due soli attori sulla scena, ma due giganti come Mifune e Marvin bastano a riempirla. Peccato per l’inevitabile asimmetria linguistica: comprendendo solo i discorsi dell’americano e non quelli del giapponese, siamo portati spontaneamente a identificarci con il primo. D’altra parte, sottotitolando o peggio doppiando il secondo, si sarebbe persa una caratteristica essenziale del film: quella di descrivere un dialogo fra sordi, che per un po’ si sforzano di capirsi ma poi rinunciano.
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