Regia di John Boorman vedi scheda film
Tratto da un poema classico, "Hell in the Pacific" rappresenta il consolidamento del sodalizio professionale fra l'emergente John Boorman e la superstar Lee Marvin che fu decisivo con il suo carisma e il suo potere decisionale per la realizzazione di questo film visto che dopo l'intuizione iniziale di Boorman sulle potenzialità del nucleo tematico la macchina produttiva trovò non poche difficoltà nel mettere nero su bianco uno script che in apparenza sembrava non nascondere troppe insidie, in realtà così non fu ed anche a lavoro ultimato la produzione impose all'autore un finale alternativo perchè non soddisfatta da quello che Boorman aveva girato, io ho avuto modo di vederlo e onestamente la scelta di sostituirlo con una improvvisa esplosione reciclata da "Hollywood party" che cambia un pò le carte in tavola è una scelta che lascia spiazzati e inappagati gli spettatori per la frettolosa conclusione di un film fino a quel momento bellissimo ed avvincente.
L'incontro, scontro fra un pilota dell'aeronautica statunitense e un ufficiale dell'esercito giapponese naufragati in un isola del Pacifico durante il secondo conflitto mondiale è un esercizio di stile pregevolissimo da parte di Boorman e una prova attoriale gigantesca da parte di Marvin e Mifune, che riversarono nei loro ruoli anche esperienze vissute in prima persona dato che entrambi avevano servito i loro rispettivi eserciti durante il periodo storico in cui il film è ambientato, come sempre l'immenso John Boorman è stato capace di riprendere l'uomo a contatto con la natura in maniera coinvolgente pur dovendo questa volta sostenere un'ora e quaranta minuti di pellicola in un ambiente circoscritto sul quale si muovono due soli personaggi che parlano le proprie distantissime lingue, la scelta di non sottotitolare il soldato giapponese come nella versione originale mantiene l'idea di porci nell'ottica del soldato americano e favorisce in maniera esponenziale l'esercizio di comprensione del linguaggio del corpo e dello sguardo che entrambi i protagonisti esprimono con superba efficacia; nelle prime battute domina la conflittualità fra i due naufraghi ma emergono le sfumature caratteriali durante la contesa: pasticcione e disorganizzato l'americano, brillante e integerrimo il giapponese, pur non potendo parlare apertamente comprendono che la solidarietà è l'unica strada per sopravvivere ma dopo aver raggiunto una sincera amicizia che culmina con il viaggio disperato su una zattera rudimentale capace di condurli ad un isola abitata la conflittualità riemergerà nuovamente.
Un classico che acquista valore con il passare degli anni e che dovrebbe girare in TV solo con il finale originale intelligentemente rimontato nel DVD ufficiale.
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