Regia di Roberto Bianchi Montero vedi scheda film
Per indagare su una serie di sabotaggi ai danni di aerei dell'aviazione militare americana, un superagente parte dagli Usa alla volta della Turchia. Qui dovrà incontrarsi con un chimico che lo metterà sulla pista da seguire, ma naturalmente gli imprevisti fioccheranno, trascinando l'abile spia nelle mani del nemico.
Questa coproduzione italo-spagnola è stata realizzata evidentemente in carenza di budget e di idee con la sola missione di ripagarsi le spese il più in fretta possibile; a dirla tutta Tecnica per un massacro – titolo altisonante che non ha poi più di tanto da spartire con la pellicola – si lascia anche guardare non senza un minimo di coinvolgimento, ma i meriti vanno innanzitutto riconosciuti alla mano esperta di Roberto Bianchi Montero dietro la macchina da presa. Il Nostro, modesto artigiano da ormai oltre due decenni dedito a un cinema popolare che più popolare non si potrebbe, aveva sperimentato un po' tutti i generi che erano andati per la maggiore dal secondo dopoguerra a quel 1965: melodrammi, peplum, perfino qualche mondo movie; con questa pellicola e con la coeva Agente Z 55 missione disperata (altro titolo degno di sottolineatura) Bianchi Montero fa il suo ingresso nel mondo delle spy stories, scimmiottando chiaramente James Bond. Nessun paragone sensato può essere fatto tra 007 e l'agente qui interpretato dal discutibile German Cobos, ma come si rilevava poc'anzi il prodotto viene messo in piedi per generare un'ora e mezza di intrattenimento avventuroso (con inevitabile sottotrama rosa, perché gli agenti segreti sono tutti dei gran marpioni, si sa) e quello fa. Inutile chiedere più del minimo indispensabile qui. Nel cast compaiono anche Maria Mahor, Franco Ressel, Remo de Angelis e Gabriella Andreini; la sceneggiatura è firmata da Jesus Maria de Arozamena. 2,5/10.
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