Regia di Ariel Vromen vedi scheda film
Thriller di sopravvivenza in una Los Angeles alle prese con i disordini del 1992. Ma le questioni sociali sono lontane, come il buon livello che avrebbe potuto raggiungere questo prodotto.
Il vero rispetto e l'autorevolezza non si guadagnano con la forza bruta. Un parallelismo utilizzato dalla regia che accoppia la polizia che si impone con la violenza alla lezione di vita che un padre disilluso e concreto tenta di dare al figlio, con sullo sfondo i disordini del 1992. Lezione finita nei primi dieci minuti di film. Dopo si passa ad un thriller in modalità posto sbagliato nel momento sbagliato, con l'evoluzione del film che ci conduce allo scontro per la sopravvivenza tra buoni (non troppo buoni) e cattivi (non troppo cattivi). Il ritmo è appena sufficiente, la recitazione è appena sufficiente, il livello di suspense è appena sufficiente per un prodotto finale che funziona, ma senza pregi, ne invenzioni drammaturgiche e senza effettiva profondità di contenuti, visto che rimangono sullo sfondo lontano come i telegiornali che parlano dei disordini di Los Angeles. L'ultimo Liotta però vale un piccolo plus. Brutale.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta