Regia di Ariel Vromen vedi scheda film
Deludente thriller di rapina situato durante i disordini razziali di Los Angeles dell'aprile 1992, seguiti all'assoluzione processuale dei poliziotti dell'L.A.P.D. che pestarono Rodney King.
Ma l'ambientazione è solo uno sfondo iniziale che tolte tre o quattro brevi sequenze, perde ben pesto le sue premesse e quello che poteva essere un certo interesse di ricostruzione storica e degli àvvenimenti, infatti per il resto svolto quasi interamente in una notte all'interno di una fabbrica nella quale lavora il nero protagonista Thyrese Gibson. Ex convitto e pluridecorato quindi cazzutissimo che salva persino una coppia di giovani bianchi e ovviamente pure introverso, Mercer, reduce della prima guerra in Iraq.
Sarà proprio la sua fabbrica quella del colpo con la lancia termica perno della vicenda, e al cui capo della banda che lo compie vi è Ray Liotta/Lowell cattivissimo -ma che non spara praticamente mai alla persona giusta, e soprattutto, al momento giusto-, nel suo ultimo film, che gli è infatti dedicato.
Scott Eastwood/Riggin Bigby in cerca sempre di un ruolo giusto mai trovato per farlo emergere, forse schiacciato da cotanto padre, è un altro dei banditi per necessità ma poi dalla parte dei "buoni" padre e figlio perdutisi e destinati a ritrovarsi nei vari aspetti, in un oramai prevedibile canovaccio pieno di cliché e giochi delle parti tra buoni e cattivi.
Confezione decorosa e non al risparmio anche nelle scene di inseguimento e sparatorie, ma senza invenzioni stilistiche e scelte di sceneggiature che possano farlo imprimere.
Ariel Vromen regista abbastanza convenzionale e uniformato a temi e personaggi che non disturbano troppo e nessuno se non con rimandi soltanto suoerficiali, ma proveniente da una nazionalità che gli ha sempre assicurato evidenti buoni agganci produttivi negli Stati Uniti.
John_Nada1975
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