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L'abbaglio

Regia di Roberto Andò vedi scheda film

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La recensione su L'abbaglio

di alan smithee
6 stelle

locandina

L'abbaglio (2025): locandina

AL CINEMA

"Viviamo in un'epoca in cui la voce della verità sarà quella che proviene dagli imbonitori"

A Garibaldi gli onori, mentre al fedele e tatticamente ineccepibile colonnello Vincenzo Giordano Orsini, più che altro oneri e sacrifici.

Tra questi ultimi, non certo il più gravoso risulta quello di gestire i due unici coscritti siculi arruolati in quel di Quarto, risultati poi tristemente i soli disertori tra i Mille, nonostante il riscatto finale, esemplare per certi versi, ma non certo in grado di riabilitare chi nasce con l'istinto di vivere tra imbrogli ed inganni. Squadra che vince non si cambia, ma anzi si richiama all'appello ad affrontare una nuova sfida.

E dopo i brillanti risultati ottenuti nel 2022 con La stranezza, che vede l'illustre Pirandello coinvolto suo malgrado tra due attorini di borgata con ambizioni creative al di sopra di ogni loro possibilità, ne L'abbaglio stavolta si mette in ballo, seppur indirettamente, la figura di Garibaldi.

Valentino Picone, Salvo Ficarra

L'abbaglio (2025): Valentino Picone, Salvo Ficarra

Toni Servillo

L'abbaglio (2025): Toni Servillo

Il famoso ed eroico patriota, tuttavia, rimane stavolta in secondo piano, pur interpretato da un attore oggi molto apprezzato e noto come è Tommaso Ragno, in quanto l'attenzione si concentra nella persona del suo tenace e fidato luogotenente Orsini, un Toni Servillo in grande forma.

La parte ludica e bonaria, a cui accostare sviluppi in sé drammatici e storicamente molto ben documentati, è anche stavolta appannaggio di volti e movimenti esperti e coerenti appartenenti all'affiatato duo comico Ficarra & Picone.

Tra questi ultimi, il primo è un contadino che torna in Sicilia sperando di sposare la propria promessa lasciata anni prima per cercar fortuna al Nord.

Il secondo invece, Valentino Picone, è un noto truffatore d'azzardo che fugge dal Veneto per salvarsi la vita dopo i troppi inganni compiuti. Sostanzialmente i due si arruolano tra i gloriosi Mille di Garibaldi, unicamente per scroccare un lungo viaggio di ritorno a casa al di sopra delle proprie possibilità.

scena

L'abbaglio (2025): scena

Pascal Greggory

L'abbaglio (2025): Pascal Greggory

 

Intanto Orsini, assieme alla sua "colonna" di soldati fedeli (così pochi da aver bisogno di accogliere tra le loro fila pure i due bonari disertori) si trasforma nello strumento tattico e sacrificale utilizzato dall'armata eroica organizzata dal celebre generale per cacciare i Borboni dal Regno delle Due Sicilie.

Uno stratagemma utilizzato per illudere le truppe capitanate dal risoluto ufficiale von Mechel (Pascal Greggory), a concentrarsi su di loro come diversivo, e permettendo a Garibaldi l'ingresso trionfale a Palermo, liberata proprio al suo trionfale arrivo in città.

"Tenetevela stretta voi giovani questa speranza di cambiare il mondo". Roberto Andò dirige un film inevitabilmente più complesso del precedente, che necessita di ardite riprese a campo largo di battaglie, sbarchi e combattimenti che avrebbero istigato ed attirato specialisti di "grandeur" e grandiose scene di massa come Ridley Scott, a dire la loro, magari a costo di trasformare le scene di campo e battaglia in perfette quanto un po' meccaniche visioni d'insieme completamente ricostruite in digitale.

Tommaso Ragno, Daniele Gonciaruk

L'abbaglio (2025): Tommaso Ragno, Daniele Gonciaruk

 

scena

L'abbaglio (2025): scena

Qui, nonostante tutto, le ricostruzioni di massa appaiono più credibili e ben contestualizzate al periodo. Inoltre la combinazione tra contesto storico/drammatico e quello che stempera la tensione sino alla commedia comica o brillante, tutta nelle mani dell'affiatato duo attoriale di cui sopra, funziona bene.

Al punto da poterci aspettare in un prossimo futuro, senza troppe sorprese, un terzo ed ultimo capitolo finale, restando al massimo l'incognita di azzeccare il nuovo personaggio storico e serio che potrà essere coinvolto.

Un personaggio che, con le fattezze della consueta minuziosa mimica e capacità espressiva di Toni Servillo, costituirà ancora una volta, come ne L'abbaglio, un punto di forza irrinunciabile.

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