Regia di Roberto Andò vedi scheda film
Fortuna Favet Fatuis
Fortuna Favet Fatuis
Un film pieno di sentimenti, cultura e storia che esamina un passaggio cruciale per l'Italia e la costituzione dell'Unità, nella vicenda poco nota, quella della 'Colonna Orsini', avvenuta in Sicilia nel 1860.
Parliamo de L’abbaglio, in sala dal 16 gennaio con 01 distribution, che ha due primarie direttive.
Uno è l'abbaglio che orchestrò Garibaldi, con una regia geniale nel depistare i Borboni verso l'interno della trinacria, mentre il generale entrava in 'scioltezza' a Palermo, a fine maggio1860.
L'altro è l'abbaglio per così dire più spirituale che vissero coloro - troppo idealisti - che credettero nella libertà e morirono per essa o per ottenerla.
Non vedendo del tutto rispettata dai politici in seguito, la loro fatica.
L'Abbaglio è un film pieno, intelligente ironico che parla di guerra, furbizia, amicizia e pace dal punto di vista dei più umili.
E lo fa parlando dal passato all'oggi e alla sua disfatta e deprimente attualità: la ricerca della pace.
Ottimo il cast. Facce perfette. Attori dai tempi e ritmi impeccabili.
Bella è anche la fotografia che, in immagini larghe di battaglia, e inquadrature a volo d'uccello, appare come grandi quadri risorgimentali dei pittori - soldati che lo animarono.
Tra loro, Giovanni Fattori, Silvestro Lega, Federico Faruffini e Gerolamo Induno. Quasi tutti i pittori del Risorgimento vissero in prima persona le vicende che poi raccontarono nei loro quadri.
E poi lo script. I dialoghi e la scrittura: perfetti, adamantini, lucidi!
Una badessa cleptomane. Un finto sordo muto. Un baro. Un convento.
Diverse e divertenti sono le situazioni intelligenti originali, di questo film, (e Ficarra - Picone) mantenendo tutta la fantasia della Trinacria, sedimentata in epoche, colonie e stratificazioni culturali, linguistiche, che ne fanno una nuova forza genetica.
Il continentale promette e in quel posto te lo mette ..
Siamo andando incontro a un'epoca in cui a fare da padroni saranno gli imbonitori - dice un protagonista.
E, ancor oggi con rammarico, come dargli torto?
Pur essendo ambientato nel mese di maggio 1860, l'Abbaglio è ricco di attualità. Parla all'oggi e non solo per la Sicilia, ma anche per l'Italia intera.
Povera Italia e povera Patria che è monito, ma anche omaggio e citazione al grandissimo siciliano per eccellenza, lo sciamano filosofo Franco Battiato
Di gente infame che non sa cos'è il pudore ... quello che fanno e tutto gli appartiene
Povera patria
Schiacciata dagli abusi del potere
Di gente infame, che non sa cos'è il pudore
Si credono potenti e gli va bene quello che fanno
E tutto gli appartiene
Tra i governanti
Quanti perfetti e inutili buffoni
Questo paese devastato dal dolore
Ma non vi danno un po' di dispiacere
Quei corpi in terra senza più calore?
Non cambierà, non cambierà
No cambierà, forse cambierà
Ma come scusare
Le iene negli stadi e quelle dei giornali?
Nel fango affonda lo stivale dei maiali
Me ne vergogno un poco e mi fa male
Vedere un uomo come un animale
Non cambierà, non cambierà
Sì che cambierà, vedrai che cambierà
Si può sperare
E che il mondo torni a quote più normali
Che possa contemplare il cielo e i fiori
Che non si parli più di dittature
Se avremo ancora un po' da vivere
La primavera intanto tarda ad arrivare
Sinossi
1860. Giuseppe Garibaldi inizia da Quarto l’avventura dei Mille, circondato dall’entusiasmo di giovani idealisti giunti da tutte le regioni d’Italia. Con lui salpa il suo fedele gruppo di ufficiali, tra i quali si nota un profilo nuovo, quello del colonnello palermitano Vincenzo Giordano Orsini.
Tra i tanti militi reclutati ci sono due siciliani, Domenico Tricò, contadino emigrato al Nord, e Rosario Spitale, di mestiere illusionista.
Sbarcati in Sicilia, a Marsala, i Mille iniziano a battersi con l’esercito borbonico, di cui è subito evidente la preponderanza numerica. In queste condizioni, per il generale appare pressoché impossibile far breccia nella difesa nemica e penetrare a Palermo. Ma quando è quasi costretto ad arretrare, Garibaldi escogita un piano ingegnoso. Affida una manovra diversiva al colonnello Orsini, che mette in piedi una colonna di feriti con uno sparuto gruppetto di militi, cui viene affidato il delicatissimo compito di far credere a Jean-Luc Von Mechel, comandante svizzero dell’esercito regio, che il generale stia battendo in ritirata all’interno dell’isola. Inizia così una partita a scacchi giocata sul filo dell’imponderabile, il cui esito finale sarà paradossale e sorprendente.
Prodotto da Tramp ltd
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