Regia di Pasquale Squitieri vedi scheda film
Un film dalla parte dei disgraziati e dei giusti. Un cinema di corpi sudati e trasandati: tutto questo è "L’avvocato De Gregorio", diretto da Pasquale Squitieri con onestà e "sporcizia" di immagini che ci riportano alla stagione felice del cinema italiano di impegno sociale e civile. Storia potente sulla ricerca e ritrovata dignità, Pasquale Squitieri costruisce un indimenticabile ritratto di Uomo dei nostri anni come da tempo non si vedeva sul grande schermo: l’avvocato De Gregorio , seguito pedissequamente dalla macchina da presa partendo dalle ceneri di una vita alla deriva sino ad una nuova consapevolezza del proprio ruolo di uomo, diventa una commovente "maschera" napoletana ed italiana "appesantita" da tutti quei valori (senso del dovere, dignità del lavoro, coerenza e coscienza civile) che credevamo oramai perduti. Con una messinscena teatrale e dialoghi "letterari" e ridon d anti, Squitieri coraggiosamente racconta la "seconda" vita dell’avvocato de Gregorio che (dopo essere stato condannato per truffa, aver perso il figlio e lasciato dalla moglie) si avventura in una causa di morte sospetta avvenuta in un cantiere edile (incidente sul lavoro o omicidio?) recuperando la propria dignità di uomo e di rispetto e considerazione nel proprio lavoro. E noi spettatori "recuperiamo" un Giorgio Albertazzi attore cinematografico di incredibile intensità e verità che vorremmo più spesso vedere sul grande schermo. E recuperiamo un senso alto del cinema che, nell’imperante moda di film patinati su famiglie "smemorate" e storie artefatte spiate dalla "finestra di fronte" , si impone con più forza ed urgenza.
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