Regia di Francesco Patierno vedi scheda film
Sui marciapiedi e all’interno di pseudo appartamenti incastrati in case di ringhiera degradate e degradanti, si consumano le vite e le morti di alcuni giovani senza padri pur in presenza di padri, condannati all’ergastolo senza aver commesso reati, se non quello di essere nati nel posto sbagliato. Folgorato dal romanzo Pater Familias di Massimo Cacciapuoti, l’esordiente Francesco Patierno si allontana (anche letteralmente) dai luoghi comuni e, a differenza di molto “cinema di denuncia” demagogico e declamatorio (l’ultimo Squitieri, ma pure Capo Nord e Non sono io, solo per citare i casi più recenti), punta decisamente sulla messa in scena, in bilico tra due piani temporali (il passato e il presente) cristallizzati da insolite soluzioni cromatiche e da spostamenti quasi impercettibili di una cinepresa sempre nascosta (incredibile: anche agli stessi attori), che rapina il crudo realismo delle strade e degli interni con uno sguardo architettonico che riesce a essere lucido e appassionato, razionale e impulsivo. Un debutto di notevolissimo spessore.
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