Regia di Francesco Patierno vedi scheda film
Durante una licenza premio ricevuta dal carcere di Secondigliano dove è detenuto, Matteo (Balsamo) torna a Casoria, il paesino dell'hinterland napoletano dove è cresciuto, dove ha visto morire diversi amici e dove sta organizzando la fuga di Rosa (Bonavolontà), costretta a un matrimonio riparatore. Raccontato con una diffrazione temporale che viene completamente sgretolata in fase di montaggio, il film dell'esordiente Francesco Patierno - tratto liberamente da un libro di Massimo Cacciapuoti - rappresenta un'analisi lucida, asciutta e semi documentaristica della società patriarcale. La realtà degradata di Casoria assurge a emblema dell'intero meridione italiano, con i padri e poi i fratelli a dettare legge dentro casa, secondo le più viete regole sessiste. Patierno non fa sconti e lo stile iperrealista delle riprese rende ancora più duro il racconto: in una rappresentazione della violenza che non è mai compiaciuta, volano bicchieri e colpi di scopa, si spara e si arriva allo stupro incestuoso. Gli intenti sono di tutto rispetto ma a pesare sulla riuscita del film è soprattutto la formazione del giovane regista: l'estetica da videoclip applicata a un film crudo e realista come Pater familias produce un cortocircuito narrativo, una frammentazione del racconto tutta a favore della destrutturazione virtuosistica del montaggio.
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