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Pater Familias

Regia di Francesco Patierno vedi scheda film

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La recensione su Pater Familias

di tizbel
6 stelle

Dalla visione di “Pater Familias” risulta evidente che dietro la macchina da presa c’è uno staff tecnico di buon livello; la pellicola risulta infatti molto curata nella regia, nella colonna sonora e soprattutto nella fotografia. Per quanto riguarda quest’ultima, va sicuramente detto che da parte di Patierno c’è stata un’indubbia “ricerca” stilistica nell’utilizzo dei piani focali: essi vengono principalmente “giocati” nel corso di una data ripresa, non completamente statica ma in leggero movimento, oppure, in altre sequenze, lasciando fissi la mdp ed il fuoco dell’obiettivo mentre sono i soggetti a muoversi (si pensi alla scena con Matteo e la madre superiora in chiesa). Individuato questo stile particolare (e piuttosto interessante, oserei dire) è quasi automatico cercare di capire se ha un nesso con quello che poi il film vuole “esprimere”, sempre ammesso che il potenziale “messaggio” sia stato percepito da chi scrive! Ecco allora che ogni volta che compare una “sfocatura” si cerca di tenere a mente il dettaglio inquadrato, il suo eventuale movimento e naturalmente il suo valore narrativo. Finito il film, si tirano le somme e non resta che concludere … o meglio, concludo (onestamente) che la sistematica presenza dell’inquadratura fuori fuoco non sembra aver fornito i risultati attesi alla suddetta ricerca stilistica; questa personalissima tecnica sembra più una pretesa di “autorialità”. In ogni caso, è questa una ricerca che va approfondita per giungere magari ad un utilizzo dei piani focali più di “sostanza” che di “forma”. Inoltre, sembra far giungere alle medesime conclusioni alcuni movimenti di macchina altrettanto interessanti: basti pensare all’inquadratura che va in modo reiterato da destra a sinistra a casa del ragazzo con il “vortice” colorato sulla maglietta bianca; inquadratura che alla fine va da sinistra a destra. Infine, il montaggio lavora su due assi temporali creando interesse nello spettatore e ogni tanto gli regala dei “giochi di sequenze”: la ragazza svenuta in bagno; il ragazzo, marito coatto di Rosa, che esce di casa dopo una reazione isterica rivolta alla presunta figlia e si ritrova in strada in un’epoca precedente quando dei brutti ceffi lo portano via in macchina per condurlo dal padre di Rosa. “Pater Familias” racconta tante storie crude che ti colpiscono: esse hanno come denominatore comune il gruppo di ragazzi che scendono dal muretto; se non lo avessero avuto si sarebbe potuto concludere di aver assistito soprattutto ad un documentario sui disagi dei figli nel rapportarsi con i propri padri, completamente incapaci di rappresentare la classica figura di riferimento. Sono state raccontate, a mio parere, troppe storie nel tempo concesso ad una proiezione cinematografica, tanto che mi viene subito il desiderio di cadere in una osservazione sincera anche se al limite del banale: Patierno viene da una lunga esperienza di realizzazione di spot pubblicitari e di conseguenza questo suo primo lungometraggio ha un po’ la struttura che unisce tanti “spot di pellicola” tecnicamente ben realizzati! Sarebbe stato meglio raccontare meno storie in modo più approfondito; così il film avrebbe dato comunque un buon messaggio senza cadere nell’eccesso. Poi a valorizzare il tutto ci sarebbe stato comunque l’alto livello tecnico nella realizzazione della pellicola.

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