Regia di Richard Lester vedi scheda film
"Are you a mod or a rocker?", chiede una giornalista a Ringo; "A mocker" (un burlone), risponde il batterista. Lo spirito di A hard day's night è tutto qui: prendersi in giro, un'autoironia travolgente che distingue - assieme alla trama più o meno compiuta - questo prodotto dai musicarelli di Elvis che erano il punto di riferimento per chi si provasse, in quegli anni, a realizzare una pellicola sul fenomeno musicale del momento. E' così che, firmato un contratto per tre lungometraggi, i Beatles si rivolgono ad un regista giovane ed intelligente, Richard Lester, per licenziare i primi due impegni del contratto (l'anno seguente arriverà Help!) consci di non riservare al pubblico la solita minestrina insipida fatta di canzoni, riflettori, megalomania e nessuno spessore cinematografico. Certo, A hard day's night non è Kubrick e le hit (da quella del titolo a If I fell, da I should have known better a Can't buy me love: la band è solo al terzo disco ma ha già espresso tutto il suo potenziale) sono una parte sostanziosa della pellicola, ma in definitiva non si può assolutamente accusare questo film di essere solo e semplicemente una specie di agiografica passerella per il nuovo disco delle star. Curiosità: i testi della sceneggiatura di Alan Owen vennero a più riprese osteggiati dagli stessi protagonisti: in particolare George trovò bizzarro dover usare in una scena l'aggettivo 'grotty' (da grotesque), uno slang giovanile nemmeno troppo diffuso all'epoca, che doveva però lanciare l'immagine scanzonata della band. Ringo - ideatore peraltro del titolo, un bisticcio involontario di parole - è l'unico ad avere una scena personale (gironzola per la città in incognito), per il resto tutto il film vede sempre in scena assieme i quattro; da qui nacque la fama di Starr attore del quartetto, cosa che poi effettivamente si verificò a partire dalla fine del decennio anche grazie all'amicizia del batterista con Peter Sellers. 6,5/10.
Una (dura) giornata nella vita dei Beatles: conferenze stampa, esibizioni pubbliche, riprese televisive e orde di fans scalmanati che braccano ovunque i Fab four.
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