Regia di Pavel Longuine vedi scheda film
Russia, oggi. Il megamiliardario Platon Makovski viene ucciso e gli ingranaggi del suo quarto e quinto potere si mettono a girare all’incontrario. Russia, ieri. Prima della caduta del Muro, Platon e i suoi amici sono giovani studenti dalle belle speranze, quelle di una patria e di un popolo che hanno bisogno di ideali nuovi per seppellire una volta per tutte quelli vecchi. Attraverso una serie di sfasamenti temporali e una struttura “investigativa” a ritroso, il regista russo Pavel Lungin (che chissà perché tutti chiamano Lounguine, alla francese) segue con occhio radicale gli ultimi quindici anni di storia della Russia. E nonostante sia (già) morto, il punto di vista è proprio quello del tycoon Platon, un uomo che ha venduto se stesso al sistema corrotto e mafioso del neo-capitalismo. Non le manda a dire, il cineasta, e si capisce bene quali siano i suoi bersagli. Molto interessante anche la scelta del gangster-movie come formula di per sé interpretativa della realtà. Il limite di Pavel è semmai quello di essere troppo coinvolto, di non avere il cinismo e il distacco del narratore “all’americana” che alla nobiltà delle motivazioni e dei messaggi antepone comunque “la leggerezza” del genere. Da tenere d’occhio Vladimir Mashkov (Platon), già protagonista di Decisione rapida di Sergej Bodrov.
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