Regia di Raja Amari vedi scheda film
Se ci liberiamo dalla eccessiva severità con cui va giudicata un’opera prima, il film è certamente gradevole e riuscito. Peccato che trapelino un poco, dal lato della regia, alcuni dei difetti tipici appunto di una prova d’esordio a volte il film appare didascalico, altre rallenta eccessivamente nel ritmo, altre ancora confluisce nella scelta più logica e razionale a scapito di guizzi di fantasia e tocchi personali di stile. Ma la stoffa non manca alla giovane regista tunisina Raja Amari (da ricordare la breve sequenza in cui la protagonista per la prima volta si sveste dei suoi panni di donna chiusa e frustrata e si veste nel camerino del locale con gli abiti di scena, un piano sequenza di 360°, circolare, dove ai due estremi, troviamo la donna “prima” e la donna “dopo”, e all’interno tutta la descrizione dettagliata –gli abiti, le bottiglie di wiskey, le sigarette- del mondo in cui Lilia sta per entrare), e certamente la potremo attendere fiduciosi per una nuova opera più matura. D’altro canto, invece, la sontuosità della bellezza e del fascino drammatico di Hiam Abbass, rendono impeccabile la scelta dell’attrice araba come protagonista, dato anche il suo perfetto fisic-du-rÔle (mai così adatto come in questo film molto “carnale”). Per contro, totalmente sbagliato, al limite del risibile, il mummificato volto del co-protagonista maschile Maher Kamoun, antitetico al ruolo di seduttore assegnatogli. Brava invece Hend El Fahem nel ruolo della figlia adolescente e Nadra Lamloum nella parte della danzatrice del locale e amica di Lilia. Film smaccatamente al femminile, un bel finale (scene da un matrimonio con danza del ventre gentilmente offerta dalla suocera), un’ancora migliore prefinale, la scena in cui Lilia e Chokry si rincontrano nei loro nuovi ruoli, da ex-amanti a futuri parenti, in cui viene egregiamente resa la trasformazione ormai completa del personaggio di Lilia che, con un’eleganza straordinaria (di nuovo alla ribalta il talento della Abbass) accoglie il suo futuro genero non più con la goffaggine della crisalide-mamma, ma con la leggerezza della splendida farfalla-artista che è diventata.
Voto: 7+
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