Regia di Raja Amari vedi scheda film
Nel 2002 una pressoché sconosciuta regista tunisina, Raja Amari, presenta alla Berlinale, il suo primo lungometraggio Satin Rouge.
Nel 2002 una pressoché sconosciuta regista tunisina, Raja Amari, presenta alla Berlinale, il suo primo lungometraggio Satin Rouge, ottenendo da subito grande interesse da parte del pubblico e della critica. Non avverrà lo stesso in Tunisia dove l’opera verrà fortemente criticata per i contenuti ritenuti “libertini” (la rivoluzione dei gelsomini sarà di là da venire). La validità dell’opera verrà premiata lo stesso anno al Torino Film Festival come miglior film. Da questo momento, anche con le opere successive, Raja verrà riconosciuta come tra le più interessanti rappresentati della nuova generazione di registi/e del cinema africano. Cinema poco distribuito in occidente, ma con opere degne di nota.
Ma cosa racconta, questo film di così “sconveniente”: la storia di una vedova, casalinga dedita alle routinarie faccende domestiche e alla crescita protettiva della figlia adolescente, che scopre quasi casualmente il mondo sommerso e notturno di una Tunisi non certo frequentata dai “benpensanti”, quello dei cabaret, modello arabo dei night club occidentali, dove l’attrazione maggiore è data dalla danza del ventre. Seppur sconvolta da un mondo nuovo e sconosciuto, scoprirà ben presto che invece è quello di cui aveva bisogno per affrancarsi dalla alienante quotidianità ed esprimere al meglio le potenzialità sensuali così a lungo represse, aiutata in questo dalla “sorellanza” delle frequentatrici del locale.
La regista, che è anche la sceneggiatrice, racconta il tutto con “delicatezza”, coadiuvata dalla brava e bella attrice palestinese Hiam Abbass, calatasi perfettamente nel ruolo.
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