Regia di Mark Steven Johnson vedi scheda film
Hollywood in crisi di idee saccheggia Marvel e D.C. Comics, principali case editrici di fumetti. Si appropria di storie e personaggi e alla luce di questo deludente Daredevil non sente neanche più il bisogno di rielaborarli creativamente, come hanno fatto Tim Burton (Batman) e Sam Raimi (Spider-Man). Il paradosso è che “Devil l’uomo senza paura”, super eroe cieco che ama, lotta e soffre come uno qualunque, è forse il miglior fumetto Marvel, specie nella rilettura fatta da Frank Miller. Il regista-sceneggiatore Mark Steven Johnson, invece, banalizza ogni risvolto, non sfrutta le contraddizioni morali del personaggio (appena accennati i suoi rapporti ambigui con il cattolicesimo) e la butta decisamente sull’entertainment. Gli manca anche il talento necessario per rendere almeno interessanti le sequenze di pura azione, che non valgono quelle di altri prodotti simili (Blade II per esempio), nonostante gli sforzi dei coreografi (ovviamente) orientali. Imbarazzante Ben Affleck (un mito come Devil esigeva un vero attore!), fuori parte Joe Pantoliano (il giornalista chain-smoker Ben Urich), poco sfruttato Michael Clarke Duncan (Kingpin); si salvano Farrell (Bullseye) e la selvaggia Jessica Garner. L’agente Marvel a Hollywood, Avi Arad, annuncia nel frattempo una ventina di altri “fumetti in tivù” e al cinema. Se voleranno basso come Devil siamo proprio messi male.
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