Regia di Mark Steven Johnson vedi scheda film
«Dicono che mentre muori rivedi tutta la tua vita in un lampo, ed è vero anche per un cieco», parola di Daredevil (detto anche il “Diavolo custode”) che è l'unico supereroe non vedente.
Il fumetto della Marvel nacque nel 1964 ad opera del noto sceneggiatore Stan Lee soprattutto per dare una risposta commerciale alla grande popolarità del personaggio di Batman prodotto dalla concorrente “DC Comics”. Sebbene non raggiunse mai le vette di successo del secondo, nessuno nega che tra le più pregiate saghe dell'Universo Marvel vi sono quelle di “Devil”, così come più semplicemente viene chiamato il fumetto in Italia. Devil non è stato uno dei personaggi di spicco della Marvel prima degli anni settanta. Infatti in quegli anni fece la differenza il disegnatore e sceneggiatore Frank Miller che lo cambiò, lo fece diventare un eroe dark e violento e lo rese uno dei personaggi di punta dell'editore. Devil divenne in fretta famoso tra gli amanti del genere e uno «dei personaggi più veri e crudeli che la Marvel avesse creato».
“Daredevil” significa volgarmente, alla lettera, “scavezzacollo”, “temerario”, e infatti l'attributo del supereroe è "L'uomo senza paura". Le acrobazie aeree che si vedono nel film ne sono la più chiara dimostrazione. Ma in Italia non cogliendosi il senso del termine, si preferì chiamarlo più banalmente Devil.
Daredevil non possiede la stessa popolarità di personaggi Marvel come Hulk o SpiderMan, che invece solo a nominarli hanno la capacità di rievocare i racconti sulle loro origini anche a quel pubblico che non ha alcuna conoscenza dei fumetti. Viceversa per chi ha dimestichezza con l'Universo Marvel in Daredevil vede raffigurati i racconti più raffinati e maturi. Questa mancanza di popolarità penso sia stato il motivo principale che ha fatto sottovalutare (al pubblico, ma anche a certa critica) uno dei film meglio fatti e meno banali etichettati Marvel.
Ben Affleck non mi è particolarmente simpatico e non lo trovo eccezionale come attore, ma devo riconoscere che ha saputo interpretare degnamente il protagonista, l'adulto avvocato Matt Murdock. Un cenno sulla trama … il giovanissimo Matt Murdock diventa cieco a causa di un incidente con del liquido radioattivo, ma in ospedale si accorge ben presto che gli altri suoi quattro sensi si sono sviluppati enormemente; più di tutti il suo "senso radar" che, basato sul suo udito finissimo, gli mostra il mondo che lo circonda in modo da sostituire la vista che ha perduto. Matt vive da solo con suo padre, un pugile di successo la cui carriera pare essere giunta al termine; per arrangiare il padre di Matt lavora come estorsore per il boss locale. Dopo un incontro di pugilato terminato come non doveva, Kingpin, il boss della mafia di New York fa assassinare il pugile. Giurando di vendicare la morte del padre, Matt cresce e diventa uno stimato avvocato penalista che difende in tribunale solo imputati innocenti di giorno, ma al calare delle tenebre indossa la tuta di Daredevil e diventa uno spietato vendicatore a caccia di criminali. La vita di Matt si stravolge quando incontra Elektra (Jennifer Garner, bella e brava nelle coreografie), il cui padre sembra essere legato in qualche modo al boss Kingpin.
Ci sono un paio di elementi che rendono questo film diverso dagli altri etichettati Marvel:
- viene data molta enfasi al rapporto sentimentale tra l’avvocato Matt Murdock e la sua compagna Elektra, rendendo il racconto anche più romantico di quanto ci si potrebbe aspettare da un film che in genere si concentra solo sull'azione;
- viene spiegata bene l'origine delle capacità e dei poteri dei due eroi (Devil e Elektra); lo ritengo un aspetto fondamentale da far registrare per garantire il successo di pubblico anche nei successivi sequel, che in questo caso non ci sono stati oltre al mediocre spin-off su Elektra.
Nella versione a fumetti il boss del crimine "Kingpin" è raffigurato come un uomo imponente, gigantesco e grasso ai limiti del disumano, una montagna, dalla pelle bianca e, anzi, spesso pallida. Rimasi alquanto sconcertato quando lo vidi interpretare da Michael Clarke Duncan (per capirci, il gigante buono di “Il miglio verde”), forse è un mio limite ma non riesco a svincolare l'attore dal personaggio positivo del film di Frank Darabont e questo, insieme all'interpretazione tutto sommato “buonistica” di Duncan e al colore della sua pelle, non mi permettono di identificarlo con il più mefistofelico Kingpin. Tra Daredevil e Kingpin vi è più che altro una guerra psicologica basata sulla vendetta. Mentre l'azione vera è affidata al villan Bullseye (interpretato mediocremente da Colin Farrell), un arcinemico dalla mira quasi infallibile e che usa come arma qualsiasi oggetto abbia tra le mani.
Il film risente un po' di essere stato girato all'ombra dell'effetto stile "Matrix", ma tra i film di supereroi, i quali spesso si limitano ad essere degli action movie di puro intrattenimento, Daredevil tra il sentimento romantico per Elektra e quello di vendetta per Kingpin ci regala qualche spunto di approfondimento soprattutto quando deve combattere con i suoi demoni interiori per la cecità e per la prematura perdita del padre.
Nonostante qualche evidente difetto della sceneggiatura, rimane un piacevole film d’intrattenimento, purtroppo ingiustamente sottovalutato, con regia e interpreti all'altezza della situazione; la CGI è usata con moderazione. In definitiva si presenta come uno dei migliori film etichettati ‘Marvel’, inferiore ad Iron Man, ma qualitativamente in linea con “The Avengers” e “X-Man L’inizio”.
Con un pizzico di nostalgia giovanile, da appassionato dell’eroe, attribuisco il voto: 7,5.
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