Regia di Ferzan Özpetek vedi scheda film
“Tutti quelli che se ne vanno, ti lasciano sempre addosso un po’ di se. È questo il segreto della memoria?” Con questa domanda, riflessiva e colma di pensieri, si chiude uno dei film più belli di Ferzan Özpetek. E la memoria, intesa come legame ai ricordi, è alla base di tutto il film in cui l’amore è il collante per le anime gemelle che si incontrano e dopo essersi riconosciute, si desiderano e cominciano ad amarsi senza mai aversi davvero. L’amore di Davide e Simone, in simbiosi con quello di Lorenzo e Giovanna. Il primo diviso dalla guerra, il secondo dalla paura di provare la felicità che mette a rischio la normalità, che culla e accontenta chi ha trovato, troppo tardi, un altro pezzo di se stesso. Giovanna Mezzogiorno è bravissima, intensa e profonda anche in quei silenzi che colmano il vuoto nello stomaco e allargano quello dell’anima. Quando duetta con Raoul Bova, qui bravo come mai era stato (anche se il confronto con la Giovanna lo distruggerebbe) sono goduria del cuore che palpita ogni volta che i loro corpi si sfiorano. Ma Özpetek è nostalgico e introspettivo e ci regala un lieto fine amaro, con due anime gemelle che non colgono l’occasione di unirsi per sempre, ma si lasciano andare perché, forse, ho ragione quando dico che “due anime gemelle sono destinate a non incontrarsi mai perché non serve, il loro amore vivrà in eterno comunque”.
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