Regia di Ferzan Özpetek vedi scheda film
Il quarto film di Ozpetek è il suo primo lavoro 'maturo', anche se la sceneggiatura (scritta insieme a Gianni Romoli, precedentemente autore di qualche commedia non molto significativa) mostra qualche pecca, a partire dai dialoghi eccessivamente artefatti in più occasioni. Ma nel complesso l'intreccio funziona, anche se un po' più di ritmo avrebbe giovato alla visione; la Mezzogiorno fornisce l'ennesima conferma delle sue doti e al suo fianco fanno bella figura anche Raul Bova, Filippo Nigro e l'84enne (alla sua ultima prova sul grande schermo) Massimo Girotti. Sebbene la storia ruoti attorno ad un anziano che ha perso i contatti con il proprio fosco ed inquietante passato, non si tratta di un film strettamente sulla/della memoria, anzi: piuttosto il tema centrale dell'opera pare essere quello della presa di coscienza, che investe Giovanna, il fulcro della trama, costringendola a fare i conti con una realtà silenziosamente a lei ostile. Personaggio fondamentale in questo processo è quello interpretato da Serra Yilmaz, 'portafortuna' di Ozpetek, che qui svolge un ruolo di vero e proprio grillo parlante, voce interiore di Giovanna che si realizza in parole concrete (e per lei di notevole aiuto). Non trascurabile ad ogni modo la morale didascalicamente messa in bocca alla Mezzogiorno nella scena finale: la memoria delle persone care non ci lascia mai soli. Intense le musiche di Andrea (figlio di Tonino) Guerra, premiate con uno dei 5 David (anche alla Mezzogiorno e a Girotti); 3 Nastri d'argento (Mezzogiorno, soggetto, canzone originale Gocce di memoria, cantata da Giorgia sui titoli di coda). 6/10.
Per Giovanna, sposata e madre di due figli, la routine sta per vivere tre grossi intoppi: il rapporto col marito Filippo è in crisi, farà conoscenza con il bel dirimpettaio, Lorenzo, ed incontrerà per strada un anziano smemorato che dice di chiamarsi Simone. Insieme a Lorenzo, Giovanna comincia ad indagare su Simone...
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