Regia di Ferzan Özpetek vedi scheda film
Girato in parte per le vie di Testaccio, quartiere romano che deve il nome alle anfore, "testae", che venivano scaricate dalle navi presso il porto fluviale di epoca romana che ivi si trovava, il successone di Ozpetek rappresenta un paradigma, una sintesi formale, un punto d'approdo, un naturale sviluppo, una logica conseguenza, un nitido racconto, un affresco ben dipinto, la crisi dei trentenni, la guerra dei trent'anni, l'enfasi del nulla, una finestra riscaldata, una tegola sul capo, un gatto nero attaccato ai coglioni, un'epidemia di colera, un asteroide grande come il Texas che punta dritto su New York, la collisione ineluttabile tra la Via Lattea e la galassia di Andromeda (che, sia detto per inciso, avverrà tra cinque miliardi di anni e non ci sarà nessuno a raccontarla).
LA FINESTRA DI FRONTE Famiglia testaccina, Due camere e cucina, L’affitto da pagare, I piatti da lavare, Lei scalda la minestra, S’affaccia alla finestra, Ma è chiuso l’orizzonte, Dal muro lì di fronte, Lei sbircia il direttore, Che veglia a tutte l’ore, Un sogno la rincuora, Ma il marito non lavora, I polli che lei conta, Son pena che si sconta, Il pollo non le piace, Chi vive si dà pace, Poi arriva lo straniero, Col suo passato nero, Le insegna a pasticciare, E un po’ anche a sperare, Lei incontra il direttore, Fa capolin Amore, Amor litigarello, Lei smette sul più bello, Si mette a chiacchierare, E invece di crollare, Reprime la passione, E resta col coglione, Il cinema italiano, Non esce dal pantano, Mi manca un’altra rima, Aho! Bona la prima!
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta