Durante una festa in maschera, il barone Belcredi provoca la caduta di un suo rivale in amore, che impazzisce credendo di essere Enrico IV, l'imperatore di Germania scomunicato nel 1076 da Gregorio VII. L'uomo si rinchiude in un castello, decidendo - deluso e amareggiato per le finzioni e le ipocrisie del mondo - di continuare a recitare la parte del folle anche dopo aver riacquistato il senno. Vent'anni dopo, mentre il gruppo della festa è in visita al castello, il dramma viene alla luce...
Note
Sempre interessato al crinale che separa normalità e follia, Bellocchio rilegge (e in parte modifica) il testo di Pirandello. Discutibile forse, ma mai anodino.
L’uomo che volle farsi imperatore è la storia dell’Enrico IV pirandelliano. Marco Bellocchio con l’aiuto ludico di Tonino Guerra ha riadattato la famosa tragedia negli anni ottanta in cui, durante una cavalcata di Carnevale, un gruppo di amici vestiti in abiti regali compiono uno scherzo ai danni del protagonista, il quale cade da cavallo e una botta in testa lo fa… leggi tutto
Purtroppo sottovalutato, è uno dei film più interessanti del regista. Più pirandelliano di quanto sembri, legge bene la tragedia di Enrico IV, che va sussurata e non gridata leggi tutto
Da una Camera con vista s'ode che “Accanto al perpetuo Perché esiste un Sì… un Sì transitorio, se vogliamo, ma sempre un Sì”.
Sarà che viviamo nell’autunno…
L’uomo che volle farsi imperatore è la storia dell’Enrico IV pirandelliano. Marco Bellocchio con l’aiuto ludico di Tonino Guerra ha riadattato la famosa tragedia negli anni ottanta in cui, durante una cavalcata di Carnevale, un gruppo di amici vestiti in abiti regali compiono uno scherzo ai danni del protagonista, il quale cade da cavallo e una botta in testa lo fa…
Il fascino infinito del palco, le prove, le quinte, i camerini... quante volte il teatro è stato usato dal suo cugino ricco e moderno, il cinema? Quante volte la rappresentazione teatrale è stata fatta oggetto a sua…
"Un malato di mente entra nel manicomio come ‘persona’ per diventare una ‘cosa’. Il malato, prima di tutto, è una persona e come tale deve essere considerata e curata. Noi siamo qui per dimenticare di essere…
Pirandello è rispettato e così pure il film non è una semplice trasposizione del testo originale in immagini, ma lo adatta con moderazione ai giorni del 1984. Un'operazione che coinvolge Bellocchio, Mastroianni, la Cardinale difficilmente poteva deludere; questo Enrico IV non lo fa, ma risulta comunque un'opera un po' impacciata e discontinua.
LA GEOMETRIA BELLOCCHIANA è QUELLA DELL'ANARCHIA DESTABILIZZANTE DELLA LOGICA.SI',QUELLA DELLA PSICHE,DEL RIMOSSO,DEL DIMENTICATO.IL PRESENTE è UNA TARA DEL PASSATO.KAFKA C'è.
QUESTA NON è UNA TRASPOSIZIONE DELL'OPERA DI PIRANDELLO,è UN FILM CHE PARTE DA PIRANDELLO E DALLA SUA OPERA.MARCO BELLOCCHIO PREDILIGE DA SEMPRE IL SOGNO,IL FURORE,I CONFLITTI TEMPORALI TRA PASSATO E PRESENTE,L'APPARENZA CHE STA DENTRO,MA SOPRATTUTTO FUORI DAL NOSTRO IO.ENRICO IV è L'EMBLEMA BELLOCCHIANO:UN ETERNO GIULLARE DI SE STESSO E DELLA SUA FIGURA,QUINDI DI CIO' CHE GLI ALTRI PENSANO…
CHE LO PENSI O LO IMMAGINI,PER(IL MAGNIFICO)MARCO BELLOCCHIO IL MONDO SI COSTRUISCE SULLA PERSONALITà DELL'INDIVIDUO E SULLA SUA IMPARI LOTTA CON SE STESSO.
Purtroppo sottovalutato, è uno dei film più interessanti del regista. Più pirandelliano di quanto sembri, legge bene la tragedia di Enrico IV, che va sussurata e non gridata
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