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007. La morte può attendere

Regia di Lee Tamahori vedi scheda film

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La recensione su 007. La morte può attendere

di barabbovich
4 stelle

Un coreano folle e mitomane ha concepito un'arma micidiale capace di convogliare tutta la potenza dei raggi solari contro qualsiasi obiettivo e per riuscire meglio nell'impresa ha scambiato la faccia con un altro cattivissimo (siamo dalle parti di Face/Off). Come sempre l'agente segreto 007 (Brosnan) al servizio di sua Maestà la regina d'Inghilterra deve sventare il pericolo e salvare il mondo. Per riuscire nel compito si muove tra Hong Kong, Cuba, Londra e l'Islanda, ingaggia duelli con ogni tipo di arma, spada compresa, guida una macchina che diventa invisibile, pratica surf e paracadutismo, guida un'auto-razzo sul ghiaccio e un gigantesco carroarmato che scivola sulle mine e quando ha tempo si intrattiene con qualche pollastrella giusto per scaricare un po' di adrenalina.
Il ventunesimo episodio cinematografico del personaggio creato da Jan Fleming (il quarto per Brosnan) è giocato tutto sugli effetti speciali. Tra una sparatoria e un inseguimento, le zone di raccordo del film sono di una noia mortale, la storia stropicciata, il racconto infantile e prolisso: quanto basta a farne uno dei peggiori dell'intera serie.

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