Regia di Silvano Agosti vedi scheda film
Opera seconda di questo alternativo ed indipendente regista italiano, una personalità singolare e forse unica che è la leva giusta per il cinema per chi fa una scelta particolare come questa. Infatti il regista non solo fa film indipendenti, ma stimola ed aiuta certi autori che si avvicinano da questo lato, che lui definisce l'unico possibile, per fare effettivamente cinema. I suoi film sono sensibili a certe tematiche e fin dagli inizi lo ha dimostrato sfidando censure sia moralistiche che di mercato ed avendo a Roma una sua sala dove proietta il cinema che lui ama. Qui sono evidenti e germi sessantottini e quindi etici e politici, non che economici e si avventura in un film dove il cast risulta anche importante, infatti dopo il successo del cinema di Bellocchio e Samperi primissima maniera, anche gli attori di nome si fanno avanti in produzione alternative. La sua partecipazione come montatore e collaboratore ai film di Bellocchio è molto evidente, benché le sue tematiche sono sempre personali. Qui è evidente la parabola, frutto dell'epoca, ma che anche rivista oggi non fa una piega e e riesce ancora più comprensibile. Abile il montaggio e le scene di massa, tutte riprese dal vero e ottimamente inserite, quello che colpisce è che il film non risente in assoluto dei pochi mezzi a disposizione indice questo di avere in mano l'idea vera di cinema.
Una storia dimostrativa e critica della nostra società
Piovani è ancora succube dell'idea Moricone, ma se la cava bene
Una regia che riesce a districarsi dai simbolismi, almeno in parte, e restando nella sua tesi dimostrativa.
Un volto che viene dal grande cinema di Bunuel e da noi molto conosciuto
Un ruolo di partecipazione attenta
La moglie del sussidiato, riesce bene nelle tonalità leggere e in quelle drammatiche in particolare, come sempre un'ottima attrice.
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