Regia di Yasujiro Ozu vedi scheda film
Nella famiglia di Koichi Mamiya (Chishu Ryu), formata dai suoi anziani genitori, moglie e due figli bambini (simili a quelli di Sono nato ma…), oltre a sua sorella Noriko (Setsuko Hara), nubile in età da marito, sta per arrivare il vecchio zio. I soliti problemi, ma spostati più sul tema dei giovani irrispettosi e disubbidienti ed educati troppo mollemente (nei prossimi film verrà denunciato questo errore della generazione del dopoguerra). Inventato il tema segnalato da lettori americani della liberazione della donna, visto in Noriko che si ribellerebbe al "matrimonio combinato" per scegliere il marito che desidera lei: in realtà lei comunica di aver ricevuto dal suo capufficio la proposta di sposare un maturo uomo d'affari, poi decide di sposare un giovane medico meno ricco, vedovo con una figlia, ma anche questo matrimonio è "combinato": non c'è nessun incontro fra i due né si parla di precedente simpatia fra loro, anche se lui era stato amico d un fratello di Noriko morto in guerra; l'opposizione dei genitori è solo perché l'altro è ricco, e in fondo lo stesso motivo determina la scelta opposta di Noriko, che, come tante donne di Ozu, sceglie il dono di sé e decide di dedicarsi a chi ha bisogno di lei e non di sposare chi può darle di più. Credo che questo sia sempre più il tema centrale di Ozu, che segna tutti gli altri e dà loro il senso ultimo, e soprattutto dà senso alla vita e la rende appagante: soprattutto, ma non solo, nelle donne, il sorriso radioso illumina sempre solo coloro che si dedicano ad altri, mentre gli egoisti appaiono sistematicamente scontenti e grigi. Cf Viaggio a Tokio.
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