Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film
Un grande applauso a Quentin Tarantino che condensa in questa opera tutti i generi a lui (e anche al sottoscritto) cari (noir, grottesco, animazione, splatter, azione, spaghetti western) citando una moltitudine di registi (su tutti Sergio Leone, ma anche Takashi Miike, Chan-Wook Park, Dario Argento, Sam Raimi), oltre ai manga giapponesi e ai film di Bruce Lee, in un modo talmente geniale da superare i propri maestri. Favolosa la variegata colonna sonora (voto: 10) che esalta ancor di più le immagini che scorrono ad un ritmo vorticoso sullo schermo. Presenti, tra gli altri, brani che omaggiano Ennio Morricone. Non manca anche la base di un brano di grido della discomusic anni ’70 (genere a cui sono molto affezionato e che ho gradito particolarmente nel sentirlo citato) nella scena del duello finale sulla neve (il pezzo è Don’t Let me be misuderstood dei Santa Esmeralda). Cosa dire della regia se non osannarla al massimo, Quentin Tarantino (voto 10) imprime un ritmo talmente elevato e coinvolgente che si resta incollati alla poltrona dal primo all’ultimo minuto. Tra le tante sequenze da ricordare la più virtuosa è quella dello scoppio del proiettile ripreso mentre il percussore della revolver attinge il fondello (se non ricordo male si chiama così) della cartuccia. Tra le altre buone “trovate” c’è quella del passaggio dal colore al bianco e nero nel momento in cui la Thurman cava un occhio ad un rivale o anche quella in cui il regista riprende la scena con un filtro scuro (si cita Stelvio Massi) come se ci mostrasse il tutto dalla soggettiva del personaggio che indossa gli occhiali da sole. Notevoli le sequenze di animazione con colonna sonora che le rende davvero poetiche nonostante la crudezza delle immagini mostrate.
La sceneggiatura è semplice (e viene realizzata quasi come se si fosse davanti ad un videogioco), ma le immense capacità narrative di Tarantino la rendano unica grazie anche a dei dialoghi che sanno veramente divertire per i loro toni grotteschi (ottima l’idea di lasciare interi dialoghi in lingua giapponese) e dall’alto contenuto umoristico. Buone le scenografie e la fotografia che offrono il loro meglio nell’eccellente scenografia finale dove il bianco contrasta splendidamente sia con il rosso del sangue che con il blu acceso del cielo. Di ottimo livello anche le interpretazioni con una Uma Thurman protagonista assoluta che se la cava perfettamente in un ruolo non proprio suo. Ottimi anche i costumi e i colori utilizzati (dovete sapere che il mio colore preferito per le autovetture è il giallo, mi sembra di aver detto tutto!).
Applausi applausi applausi… Concludo dicendo che sono rimasto decisamente sorpreso nel vedere che tutti osannano questo film, anche perché molti di coloro che hanno consacrato Kill Bill Vol.1 disprezzano i films di genere che sono la colonna portante dell’opera stessa (evidentemente c’è qualcosa che non và in questi individui). Voto: 10
PS: chi è abituato a leggere i miei commenti potrà notare che difficilmente ho dato un 10 ad un film, questo ne vale davvero soprattutto se come Tarantino (e come il sottoscritto) siete dei fans dei film di genere made in Italy e made in Japan/Korea.
Sicuramente tra le più belle tra tutte quelle mai realizzate soprattutto per la gran quantità e qualità dei tanti pezzi utilizzati (in modo sempre perfetto e opportuno). Voto: 10
Forse la scena in cui la Thurman riesce a riabilitarsi nel giro di una ventina di minuti (no xkè nn sia bella, ma xkè è troppo inverosimile e nn è neppure grottesca)
Cammeo troppo rapido per esprimere un voto.
Splendida performances soprattutto se si considera che non si trattava proprio di un ruolo a cui era abituata. Voto: 8.5
Tanto di cappello, la migliore regia di Tarantino. A livello di sceneggiatura i suoi capolavori restano “Pulp Fiction” e “Natural Born Killers – Assassini Nati”. Voto: 10
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