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Matrix Reloaded

Regia di Andy Wachowski, Larry Wachowski vedi scheda film

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La recensione su Matrix Reloaded

di Rosencrantz
4 stelle

Il primo MATRIX fu un film che, nel bene e nel male, diede una svolta ad un certo modo di fare cinema. Da allora, le scene d'azione sono quasi obbligate ad avere persone che saltano in aria, riprese che ruotano intorno ai personaggi in movimento e l'uso abbondante del ralenty. In realtà questa "novità" fu mutuata dal cinema orientale, che di questi stilemi faceva la propria bandiera, e mescolandola con un'estetica da videogioco e idee rubate alla fantascienza, i fratelli Wachowski ottennero un "melting pot" che sapesse di moderno pur basandosi su di un riciclaggio nemmeno tanto nascosto.
Inevitabile la realizzazione di un sequel, anzi due, spacciati come parte di una trilogia pensata fin dall'inizio, che negli intenti vorrebbero "scuotere" il cinema contemporaneo come fece l'originale. Ed è forse questo "delirio di onnipotenza" da parte dei fratelli registi e sceneggiatori che ha nuociuto pesantemente a questo film.
Convinti che la forza della pellicola stesse tutta nelle complesse scene d'azione, gli autori ne hanno letteralmente saturato il film, che si apre con una di esse e, da quel momento, diventa un'interminabile e spossante sequela di combattimenti sempre più estremi, fino alla snervante sequenza in autostrada: se l'alto livello tecnico di queste scene è fuori discussione, la loro presenza praticamente continua nel film ottiene l'effetto opposto desiderato dai registi, convinti che l'emozione si ottenga moltiplicando il bombardamento di salti e ralenty (che al ventesimo divengono francamente inutili ed irritanti) senza considerare che l'eccesso di "adrenalina" causa assuefazione e conseguente noia mortale.
Ci sarà senza dubbio chi avrà apprezzato, ed apprezzerà, la pellicola proprio in funzione di queste incalzanti sequenze, ma dove nel primo queste erano funzionali alla storia (e distribuite con parsimonia: cosa vuol dire avere troppi soldi a disposizione…), qui è la storia a piegarsi di fronte alla spettacolarità a tutti i costi.
Ah, sì, la storia… Si potrebbe scrivere dietro un francobollo tanto è striminzita: del tutto assente per tre quarti di film (in cui viene compensata con dialoghi non-sense che vorrebbero essere profondi ma risultano solo involontariamente comici), si concentra tutta nelle sequenze finali, condensata in un dialogo ricercatamente (e stupidamente) involuto che nemmeno riesce a dare il senso del dramma che vanamente si è cercato per tutto il resto del film. Il ribaltamento finale, che prelude al capitolo conclusivo della saga, è talmente pretestuoso da lasciare del tutto indifferenti, tanto più che tutti i vaneggiamenti di cui è costellata la storia richiamano in modo fin troppo smaccato idee già viste in film come TRON (quello sì, pur nella sua ingenuità, un film precursore) e persino IL TREDICESIMO PIANO, che uscì per cavalcare l'onda del primo MATRIX e che questo finisce per copiare.
Capitolo a parte merita la tanto sbandierata (da noi) presenza della Bellucci nel film, la quale ha una parte sì funzionale alla storia (una delle tante svolte narrative posticce del film), ma recita talmente male (ridoppiandosi con una caramella un bocca) da farti pensare che se è lei a dover rappresentare il nostro cinema nel mondo, allora siam messi peggio di quanto si potesse pensare. Una menzione (in negativo) la merita anche il doppiatore di Reeves, che parla costantamente sottovoce come se ogni battuta racchiudesse chissà quale significato recondito.
Peccato davvero, perché i Wachowski sono registi straordinari, anche nelle (rare) sequenze non di azione: se solo avessero qualcuno che gli scrivesse le sceneggiature sarebbero perfetti.

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