Regia di Peter Howitt vedi scheda film
La stupidità (solo quella cinematografica) a volte fa ridere oppure sorridere oppure annoia. L’attore comico o brillante flirta con un quoziente d’intelligenza scadente per portare il caos nell’ordine o sconvolgere il disordine delle cose, delle istituzioni e dei ruoli. Johnny English, che ha la faccia postkeatoniana di Rowan Atkinson, si trova inopinatamente, nel mezzo di un grottesco intrigo internazionale. Deve risolvere un caso apparentemente impossibile: acciuffare un multimiliardario con un cognome, Sauvage, più esplicito di un‘impronta digitale, intenzionato a farsi re ai danni della casa reale britannica. La bella del cast è la cantante Natalie Imbruglia. Il regista Howitt punta, con slancio e con una riserva limitata di idee, sull’ennesima parodia del mito Bond con i codici del fumetto. Non tutte le gag arrivano a segno e le migliori sono quelle in contesti narrativi simili a Mr. Bean. La forza comica di Atkinson sembra più adatta a tempi diversi dal lungometraggio e Johnny English è alcuni gradini più in basso rispetto ad altri agenti fusi di testa come Austin Powers o Frank Drebin.
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