Regia di Ang Lee vedi scheda film
Le differenze con le origini del personaggio cartaceo sono tali da poter far gridare qualche appassionato allo scandalo, ma come già ribadito più volte un film ha una vita propria rispetto al materiale a cui si ispira, e finchè lo spirito dell'opera viene rispettato poco si può avere da lamentarsi.
Non era decisamente facile riportare la storia del gigante di giada sul grande schermo: come già per altre sfide simili (penso agli X-Men, ad esempio) il rischio del ridicolo involontario o dell'abbozzo fumettistico era alto, ma come (e più) che per il gruppo di mutanti è bastato avere un regista di razza dietro la macchina da presa per ottenere un film di ottimo livello. E che regista.
Al di là della storia, è proprio merito del regista se questa pellicola si guadagna il merito di essere una delle migliori di questa ondata di adattamenti supereroistici: Ang Lee è un autore straordinario, elegante e sofisticato, che ha fatto un uso sapiente di tecniche cinematografiche vetuste come lo split screen, reinventandole per "scomporre" lo schermo quasi fosse un comic-book, con sovrapposizioni di immagini e sequenze da capogiro in un pastiche calibratissimo e dall'impatto visivo eccezionale.
Non è difficile capire come il grande pubblico degli USA abbia poco gradito questo film, aspettandosi la consueta pellicola d'azione e trovandosi invece una sofisticata ricerca visiva unita ad una (non originalissima ma efficace) analisi psicologica che poco concede alla spettacolarizzazione. La scelta poi di mantenere un profilo fortemente fumettistico, con un Hulk volutamente "finto" ed esagerato ed elementi decisamente grotteschi (i cani mutati e la trasformazione del padre nell'Uomo Assorbente), è quando di meno vicino ci potesse essere all'ottica del blockbuster e più virato al gusto dell'autore tout-court.
Il cast è perfettamente all'altezza, con una menzione d'onore per la straordinaria Connelly che qui, più che in A BEAUTIFUL MIND, dimostra di essere un'attrice davvero dotata.
I difetti del film stanno tutti nella sceneggiatura, che paga qualche digressione di troppo e alcune ingenuità decisamente smaccate (la concessione di Ross all'incontro finale fra padre e figlio), ma nel complesso resta un esempio straordinario di cinema d'autore unito alla fantasia dei supereroi.
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