Regia di Ang Lee vedi scheda film
Correte a vederlo...Prima che si arrabbi! Non puoi farlo tutti i giorni un film così! Il mix che Ang Lee ha creato centra il cuore dello spettatore, anche quello disimpegnato della domenica. C'è tutto ciò che serve: il conflitto interiore, quello esteriore, il buono contro il cattivo, una storia d'amore che non se la viaggia bene, gli effetti speciali, ecc... Se è vero che c'è un Hulk in ognuno di noi, è anche vero che c'è anche un "padre di Hulk" dentro di noi, o un generale Ross... Insomma Ang Lee dipinge un quadro bellissimo ("Hulk nel deserto" sono immagini piene di poesia), dove si avverte che fare arte è come sognare, e solo nei sogni siamo veramente liberi. C'è chi scrive, chi dipinge, chi recita, chi scolpisce, chi compone, chi canta per sentirsi libero e abbracciare quella sensazione eterna di soddisfazione personale. Hulk, invece, si arrabbia. Ma è solo una traduzione narrativa per il grande schermo, perchè la violenza non rende assolutamente liberi, ma la storia era questa. E chi meglio di un omone verde che spunta fuori da te stesso per rappresentare la libertà segregata che abbiamo di dentro. Messa in cattività da una società sterile e calcolatrice, in cui due più due fa 11 settembre! Ad avallarlo c'è anche il momento più alto del film, quando padre e figlio sono messi a confronto come sul palco di un teatro, che rimane, insieme al grande schermo, il non-luogo più immediato in cui far incontrare vita e arte, sogno e realtà. Il punto di forza del film? Gli occhi di Nick "Cane Bastonato" Nolte.
Si diceva male di questo cattivo. Sembrava che Sam Elliot fosse di un fuori luogo incredibile. E non è del tutto sbagliato. Ma, almeno nel primo tempo, è capace di essere un buon villain, anche se poi il proseguire della storia lo ammorbidisce.
Ruba la scena come vuole e a chi vuole, e quando vuole. Capita solo ai più grandi. E' uno dei suoi ruoli più beli, che più si avvicinano al suo personaggio capolavoro, il Wade Whithouse di "Affliction". I suoi occhi, il suo sguardo, il suo corpo stanco (una semi-costante dei suoi personaggi), lo rendono accattivante, tanto che le sue vigliaccherie ti entusiasmano, piuttosto che disgustarti (o forse perchè amo i villain, può essere...). Sta di fatto che il padre cattivo interpretato da Nolte, non è un vero cattivo, ma un padre "contro" che, alle strette, cerca di rubare tutta l'energia del figlio, proprio per lasciarlo senza, e riconsegnarlo così al mondo come un vero essere umano. Io l'ho interpretato così, ma avrei preferito il contrario, sempre per l'amore che ho per i "cattivi". Comunque, Nolte, in "Hulk", rimane il punto di forza di un film bellissimo.
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