Regia di Andrzej Sekula vedi scheda film
Altri personaggi rinchiusi in un cubo (antipatici come sempre). Un diverso finale. Altro giro, altri regali (ma più che simili a quelli del fortunato film capostipite). Se già il film di Vincenzo Natali girava ombelicamente intorno a un’idea da corto, figuriamoci il sequel. L’unica sequenza per la quale valga la pena riguarda l’abbraccio rotatorio passionale e “autoessiccante”, sospeso nell’aria, che sembra venir fuori da un video di Chris Cunningham. Il resto, sa di rancido, di plastica, tutto computer grafica (ma con nessuna intenzione di senso: soltanto economia e convenienza), trasparente, senza alcuno spessore. Non si sentono i corpi, il sangue, il “gore”: e per un film di genere che ruota intorno a un gioco al massacro umano, è una condanna. Gli ostacoli, i pannelli, le trappole, i giochini ottici, i countdown sono di serie, e come tali, inodori e insapori. Esattamente come gli interpreti.
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