Regia di Diego Ronsisvalle vedi scheda film
Nel 1843 due scienziati del nord Europa, di confessione luterana, invitati dall’ambizioso canonico Stupendo, approdano ad Acireale per realizzare nella cattedrale della città una meridiana, vale a dire un orologio solare. Con la pazienza dei tempi e contro l’ostilità di figuri che manovrano nell’ombra, il danese Peters e il tedesco Wittelsberg cominciano il complicato lavoro. Ma un giorno alcuni religiosi chiederanno di far saltarei rigorosi calcoli matematici, e dunque di deviare la meridiana, per non disturbare il riposo di antichi notabili sepolti nella chiesa. Vanni Ronsisvalle prende spunto dal suo omonimo romanzo per debuttare nel lungometraggio con un film curioso, dai temi filosoficamente ricchi, con tracce di horror gotico e un alacre odore di sepolcri. L’impaginazione, però, è televisiva (e sul piccolo schermo troverà la sua collocazione ideale), malgrado gli sforzi dello stesso autore e degli ottimi attori, tra cui una Marisa Fabbri che si misura nel ruolo maschile di Stupendo.
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