Regia di Ezio Greggio vedi scheda film
Ci sarà un motivo se Mel Brooks, dall'alto della su ultratrentennale carriera costellata di grandi successi, ideatore di personaggi e parodie cinematografiche memorabili (non c'è neppure bisogno di citare, nel suo caso), si ritrova settantatreenne e senza più intenzione di portare avanti progetti personali (Dracula è di 4 anni prima) a cedere idealmente il proprio testimone, gravoso di responsabilità ed aspettative, ad un qualunque comichetto televisivo italiano, peraltro già bocciato alla prova del grande schermo da due prodotti di scarsa originalità e discreta piattezza. E questo motivo io, davvero, non lo so: ma vi lascio l'inquietante interrogativo in mente, sperando che vi tormenti quanto sta assillando me. Svitati è una commediola che definire 'leggera' è un complimento: sono luoghi comuni del cinema comico infilati a forza uno dietro l'altro, senza particolare fluidità e con una perenne forzata atmosfera di celebrazione attorno al divo Brooks. Per carità, meritata: ma un conto è dedicare attenzione e rispetto ai propri miti fuori dal set, un altro è obbligare la macchina da presa a venerare un personaggio piuttosto che tutti gli altri. Dopo questo lavoro, Greggio si metterà comunque l'anima in pace e chiuderà con la regia (almeno per gli 11 anni successivi, ma sono già un promettente inizio). 4/10.
Al capezzale del padre morente, Bernardo ascolta le ultime volontà dell'uomo: portargli prima possibile il soldato americano che nella seconda guerra mondiale gli salvò la vita. Bernardo vola negli Usa e lo trova, ma è un malato di mente. Lo fa fuggire dalla clinica dove vive e lo porta in Italia: saranno guai e pasticci.
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