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The Seed of the Sacred Fig

Regia di Mohammad Rasoulof vedi scheda film

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La recensione su The Seed of the Sacred Fig

di alan smithee
9 stelle

locandina

The Seed of the Sacred Fig (2024): locandina

CINEMA OLTRECONFINE - CANNES 2024: CONCORSO: PRIX DU JURY

Uno scrupoloso avvocato iraniano di nome Iman, viene promosso ricevendo l'incarico di giudice istruttore presso la "Corte rivoluzionaria di Teheran". Incarico che preclude ad una promozione imminente e garantisce da subito un trattamento economico ben più privilegiato rispetto a prima, che prevede inoltre un alloggio lussuoso e prospettive future di carriera piuttosto rosee.

Ma ben presto l'uomo si accorgerà, suo malgrado, di essere stato scelto non tanto per il proprio curriculum di valore o le proprie capacità, ma unicamente allo scopo di avallare sentenze di condanna estrema emesse dai suoi dirigenti governativi di struttura, di a danno di dissidenti considerati pericolosi, e come tali mandati a morire senza un equo processo democratico. Per questo motivo all'uomo è richiesto il rispetto di regole feree che ne garantiscano l'anonimato, a sua volta indispensabile per garantire a se stesso e alla sua famiglia la piena incolumità dinanzi a parenti o amici delle persone da lui stesso giudicate colpevoli e giustiziate, desiderose di vendetta.

 

scena

The Seed of the Sacred Fig (2024): scena

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The Seed of the Sacred Fig (2024): scena

A maggior sicurezza, all'uomo verrà assegnata anche un'arma a scopo di difesa, della cui esistenza il capo famiglia si confiderà solo con la moglie, tenendo allo scuro le due figlie per non allarmarle.

Quando un'amica di una di esse verrà malmenata a sangue e poi arrestata in presenza della figlia di Iman, la reazione sconvolta di quest'ultima scuoterà l'apparente serenità familiare legata al nuovo status della famiglia.

Condizione che si aggraverà fino alle conseguenze più estreme quando la pistola del padre sparirà misteriosamente e l'uomo sarà costretto a prendere le più ferme e sin disumane misure per scoprire una verità che stenterà a venire a galla, compromettendo fino all'inverosime un equilibrio familiare che pareva assodato e certo.

In un finale che trasforma la vicenda in una sorta di thriller della follia, tre donne si trovano prigioniere di un folle ossessionato dalla verità e devastato da come il corso delle drammatiche vicende gli abbia condizionato in peggio l'esistenza.

Sullo sfondo di questo drammatico e teso finale, ciò che resta di una sorta di necropoli o città antica abbandonata, che si trasforma in un labirinto ove tre donne disperate ed in fuga cercano rifugio dalla follia di un uomo fino a poco prima saggio, amorevole e pacato, che mai si era trovato in simili condizioni di alterazione fuori da ogni controllo.

scena

The Seed of the Sacred Fig (2024): scena

scena

The Seed of the Sacred Fig (2024): scena

The Seed of the Sacred Fig infatti racconta il drammatico processo di follia degenerativa di un padre nei confronti di una moglie devota ed obbediente e di due figlie rispettose ma di carattere.

Un drammatico, incredibile processo che certamente rispecchia la follia e le contraddizioni insanabili di un paese che non tollera chi nasconde una verità, ma si ritrova ad essere il primo a celare i suoi sporchi segreti e i suoi violenti metodi persecutori di indagine, tutt'altro che cristallini o democratico a danno di chi osa opporsi.

Mohammad Rasoulof è un regista coraggioso ed osteggiato da sempre in patria, che si è guadagnato con questa la sua presa di posizione antigovernativa raccontata ed espressa attraverso questo film scottante e sconcertante, una condanna ad otto anni di reclusione, sventata a stento con una rocambolesca fuga in Europa che gli ha consentito di accompagnare il film alla sua presentazione in Concorso all'ultimo Festival di Cannes.

Quella del regista è un'opera di coraggiosa e deliberata denuncia delle falle più atroci proprie di un sistema repressivo come quello attuale iraniano. Un lavoro che appare, oggi più che mai, come un vero miracolo per come il suo cineasta riesca a girare e a raccontare con tale veemenza e risolutezza le piaghe di un paese oppresso e chiuso in se stesso tra fanatismo religioso e osservanza cieca ai dettami di una legge che non tollera contraddizioni né discussioni.

The Seed of the Sacred Fig è un film da Palma d'Oro senza pensarci un secondo, che tuttavia la Giuria dell'ultima edizione festivaliera ha deciso di premiare con un consolatorio ed anacronistico Premio della Giuria: quasi una beffa se sì pensa che gli è stata preferita quella leggera sciocchezzuola rappresentata da Anora, di un solitamente ben più ispirato Sean Baker.

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