Regia di Céline Sallette vedi scheda film
CINEMA OLTRECONFINE / CANNES 77: UN CERTAIN REGARD
Niki, esordio nel lungometraggio da parte dell'apprezzat attrice francese Céline Sallette ripercorre la nascita di un'artista in forma singolarmente da autodidatta.
Si tratta di Niki de Saint Phalle, che la storia segue dai suoi primi giorni come giovane madre e aspirante modella negli Stati Uniti durante il periodo del maccartismo e la sua fuga in Francia, dove trova riparo assieme al marito, ossessionata dai ricordi del passato, legati principalmente ad oscuro traumi ricevuti in famiglia.
La fragilità della giovane madre verrà affrontata grazie alla passione per l'arte e aal suo potere catartico, attraverso cui, dopo scelte apparentemente dure o poco comprensibili, la tenace ma fragile donna riesce a curarsi e a divenire essa stessa un'artista, peraltro tutt'altro che convenzionale e prevedibile. Affrontando molteplici ostacoli, diffidenze, giudizi sdegnato e critiche sommarie, ma riuscendo finalmente a riemergere come donna consapevole della propria indipendenza, nonché artista versatile operante nel campo della pittura, scultura e pure il cinema, dotata di una propria visione ed uno stile originale, particolarmente adatto per installazioni e proporzioni monumentali, come il suo famoso "Giardino dei Tarocchi".
Il film è un'opera lodevole per come Sallette affronta anima e corpo questa sua prima avventura di regia, e trova il suo carattere nella convinta interpretazione di Charlotte Le Bon, attrice ma anche regista canadese (sua la regia di Falcon Lake, presentato alla Quinzaine di Cannes nel 2022) che si immedesima nel contrastato personaggio con estrema aderenza e convinzione.
Nel cast anche Damien Bonnard nel ruolo del nuovo compagno e paziente e comprensivo complice delle stramberie dell'artista, e il bravo John Robinson, apprezzato da ragazzino biondissimo in Elephant di Gus Van Sant (2003), e Ingannevole è il cuore più di ogni altra cosa, di Asia Argento (2004), che oggi, quasi quarantenne, pare il "gemello più giovane" di Patrick Wilson. Curiosamente, forse anche per una questione di diritti, la regista si concentra sulla sua tormentata protagonista, ma ne tiene in sordina quasi ogni creazione, rendendo la vicenda un po' priva di quella tangibilità artistica che rimane invece più raccontata, che rappresentata, lasciando un po' interdetto probabilmente chi poco conosce lo stile e l'opera dell'artista.
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