Regia di Spike Lee vedi scheda film
Molto spesso quando i registi escono dal loro specifico territorio producono opere deludenti. Non è certo una regola universale, però la cosa si è verificata più volte. Non è il caso - almeno non è questo (molto diversa la cosa per Miracolo a Sant'Anna) - di Spike Lee con La 25ª ora, dove il regista si mette alla prova con un film quasi completamente "in bianco", una storia urbana tutta ambientata nel milieu irlandese di New York.
La 25ª ora è un film che mi sembra attualizzare certe tematiche dostoevskiane - ma da sempre cristiane - relative alla colpa ed alla inevitabilità, forse perfino della necessità, di scontarla. Spike Lee svolge il tema con profondità, ma anche con scioltezza narrativa, affidandosi ad un gruppo di attori di notevole valore, tra i quali emerge indubbiamente il protagonista Edward Norton, al centro di due sequenze memorabili: sia quella nel finale, nella quale è prefigurato il futuro di Monty dopo l'uscita dalla prigione, sia quella, nella prima parte del film, dove il protagonista inveisce contro tutti i gruppi, etnici e sociali, che popolano quella mela marcia che è la città di New York. Da mandare a memoria le sue anafore, che iniziano tutte con «Fanculo...».
Una delle opere migliori, per maturità espressiva ed efficacia espositiva del regista afroamericano. (24 marzo 2019)
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