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La 25ª ora

Regia di Spike Lee vedi scheda film

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Scarlett Blu

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La recensione su La 25ª ora

di Scarlett Blu
8 stelle

Ottimo film, ben diretto da Spike Lee, regista di sicuro mestiere. Merita di essere visto almeno una volta, e magari rivisto per approfondire.
La 25h ora, è l'ultima, quella legata al sogno, magari alla speranza di un futuro. 
E' la storia di Montgomery, per gli amici Monty, impersonato da un grande Edward Norton, attore di talento che ho già avuto modo di apprezzare in altre prove; Monty è uno spacciatore che è stato beccato e che deve scontare 7 anni di carcere per detenzione e spaccio di droga.
Il film racconta il suo ultimo giorno di libertà, prima che le porte del carcere si chiudano dietro di lui, tra paure e angoscie, rabbia, senso di colpa e fallimento per una vita costruita su scelte sbagliate e comode scorciatoie, senza porsi mai domande su come fosse giusto vivere.
Attorno al protagonista gravitano altre figure che dividono con lui queste ultime ore, la sua fidanzata Naturelle di origine portoricana, sospettata di essere quella che l'ha venduto alla polizia, il padre con cui cerca di recuperare un rapporto, e due amici Jacob e Francis, rispettivamente un insegnante ebreo e un agente di borsa.
Il film è duro, cupo, quasi senza apparente riscatto, intimista, tutto giocato sui chiari/scuri che sono nelle scene e negli animi degli stessi personaggi, di Monty, ma anche dei suoi amici, disincantati e cinici come Francis che crede che l'amico meriti di pagare il suo debito con la società, ma in fondo si colpevolizza di non averlo mai aiutato a uscire dal marciume, oppure fragili e idealisti come Jacob convinto che Monty possa rifarsi una vita all' uscita dal carcere.
Il film si segue volentieri perchè è denso, concentrato e neppure troppo lungo e in ogni scena si sente lo stato d' animo dei personaggi. Ci sono passaggi molto belli e sentiti in una New York che porta ancora le cicatrici del 11 settembre, come il monologo rabbioso di Monty allo specchio dove si scaglia contro tutti e sè stesso, oppure ancora il suo confronto/scontro con Francis dove esterna in maniera drammatica tutta la sua fragilità.
Il finale è un desiderio, un sogno commovente che si apre alla speranza che secondo me si collega all'inizio del film, quando Monty trova il cane ferito, ormai condannato a morire dalla crudeltà degli uomini.
Ma lo spacciatore decide di salvare il cane, perchè perfino nelle anime più buie può esserci una luce.
Se qualcuno ci tende una mano, ci raccoglie e cura le nostre ferite, è un' altra possibilità che ci viene data.
Sta a noi non sprecarla.

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