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La 25ª ora

Regia di Spike Lee vedi scheda film

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La recensione su La 25ª ora

di michemar
10 stelle

È il racconto di una giornata difficile, è lo sviluppo di un conteggio alla rovescia, le ultime ore di un pusher consapevole che ha davanti ventiquattro ore a disposizione per decidere cosa fare nell’ora successiva, la 25.a. Montgomery Brogan, Monty per gli amici, pensava di potersi godere la tranquillità raggiunta dai suoi loschi affari con la sua bellissima portoricana Naturelle sulle rive delle calme acque dell’Hudson, ma una soffiata lo mette nei guai e sette anni di carcere lo aspettano. Il bel libro di David Benioff da cui è tratto il film fu scritto prima della tragedia dell’11 settembre e Spike Lee invece lo collega a quell’evento nefasto e getta un emozionante e scuro fascio di luce sulle rovine delle Twin Towers, in una delle sequenze più importanti della pellicola. Monty ha quindi ventiquattro ore per congedarsi dalla sua donna, di cui ha un atroce dubbio, dagli amici, un broker di Wall Street e un professore di letteratura inglese, e il padre, con cui non ha avuto mai il rapporto che avrebbe sognato. È la rappresentazione del dolore e della scoperta di un vago senso di pentimento, di una vita che avrebbe potuto essere e che non sarà più, dello sprofondo umano in cui è finito senza quasi rendersene conto. La rabbia e la malinconia che pervade l’atmosfera sono dovute al fatto che alla fine di quelle ore niente sarà più lo stesso e prima delle quali tutto poteva essere ancora. Ci sono tre scene che rappresentano totalmente il senso del film: il monologo (un capolavoro assoluto di sceneggiatura) di Monty davanti allo specchio del bagno del bar di suo padre, la rovina del suo volto che egli chiede al suo amico pur di non subire l’onta di uno stupro in carcere, la sequenza finale a bordo della macchina del padre, dove – con una musica che schiaccia l’anima – quest’ultimo gli offre un’alternativa, quello che avrebbe potuto essere e quello che è stato. Un sogno finale che Spike Lee offre come un viaggio della mente.

 

Lontano dai temi sociali e razziali dei suoi primi film, Lee gira un vero capolavoro e l’atmosfera che sa creare in quelle ultime maledette ore e l’interpretazione che riesce a dare il più superbo Edward Norton mai visto fa diventare questa opera una storia indimenticabile, un film che lascia il segno per sempre. È un sogno, rivolto a tutti coloro i quali hanno avuto o avranno la loro 25.a ora a disposizione, dopo una vita mancata.

 

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